L’Italia è il paese della storia e delle opere d’arte, e ce n’è una molto particolare, uno scheletro gigante che ha trovato dimora in Umbria.
L’Italia è ricchissima di opere d’arte e di artisti. Uno in particolare, Gino De Dominicis, è stato autore di una scultura molto particolare ed interessante. Artista poliedrico e ermetico, ha dato vita a “Calamita Cosmica”, un’opera che ha trovato la sua dimora definitiva.
De Dominicis la realizzò quasi in segreto. Nel 1990 la espose, a sorpresa, al Magasin di Grenoble in occasione della mostra in suo onore. Qualche anno dopo comparve nel cortile della Reggia di Capodimonte a Napoli.
Nel 2004 la Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno la acquistò per destinarla al CIAC. L’opera fu, in seguito, esposta anche in altri luoghi d’arte molto importanti. Da Milano, a Palazzo Reale, a Parigi, nella Reggia di Versailles, a Bruxelles, a Firenze e a Roma.
Solo nel 2021 ha trovato la sua collocazione definitiva. La Fondazione ha realizzato un allestimento ad hoc all’interno della chiesa della Santissima Trinità in Annunziata a Foligno. Un edificio sacro costruito nel 1760 per volere di alcune monache.
Il contratto venne sancito con dei mastri muratori dal cancelliere De Dominicis, omonimo dell’artista. Il progetto non vide mai la fine. Rimasero solo i muri e il tamburo per la cupola. Nel corso dei secoli la utilizzarono come panificio, granaio, caserma e rimessa per le auto della polizia.
Nel 1997, in seguito ad un terremoto, fu definitivamente abbandonata anche dalle auto della polizia. Seguirono dei lavori di restauro, durante i quali scoprirono, sotto la lastra di cemento l’antica pavimentazione.
Al di sotto, il sepolcro con le ossa delle monache chiuse in alcune nicchie. Nel 1998 Gino De Dominicis morì. La sua maestosa opera, acquistata dalla Fondazione, venne chiusa in un magazzino in attesa di trovare la giusta dimora permanente.
Nel 2011, con l’apertura al pubblico della chiesa dell’Annunziata, si scoprì anche dove i responsabili avevano deciso di inserire la “Calamita Cosmica”. Sul piano della navata troneggia l’enorme scheletro lungo 24 metri.
Poggia direttamente sopra il sepolcro delle monache e il coccige è posizionato proprio al centro del cerchio segnato sul pavimento nel periodo della costruzione. Il materiale con cui è stata costruita è polistirolo, ferro e vetroresina.
Il tutto ricoperto da una colla vinilica che ha reso la scultura liscia e lucida. Sul dito medio della mano destra c’è un’asta d’oro che si erge verso il cielo, e che sembra voler capatare l’energia dell’Universo. Un simbolo che collega la terra e il cielo.
Lo scheletro è stato costruito in modo perfetto da un punto di vista anatomico. Solo il teschio presenta una sorta di anomalia, un naso a forma di becco di uccello molto appuntito.
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