Se parliamo di grandi foreste pensiamo tutti immediatamente a lei, la foresta Amazzonica. Eppure la foresta più grande del mondo non è lei, scopriamo insieme chi la batte e dove si trova.
Non si finisce mai di imparare e spesso ad essere messi in discussione sono argomenti che credevamo verità assolute. Ad esempio alla domanda su quale sia l’area boschiva più estesa del pianeta rispondiamo tutti senza pensare “quella dell’Amazzonia”. In realtà non è proprio così, perché a batterla è una zona che oggi scopriamo insieme.
Con i suoi 6 chilometri quadrati estesi su nove paesi sudamericani, la foresta Amazzonica è da sempre considerata il polmone verde del nostro pianeta. Ne impariamo l’importanza nella regolazione del clima globale già a scuola, sensibilizzati al grave problema della sua deforestazione, che rischia di mettere in serio pericolo le specie di flora e fauna e la sua stessa sopravvivenza.
Effettivamente se parliamo di foresta “pluviale” quella Amazzonica è la più grande del mondo. Cercando su testi specifici o in giro sul web troverete classifiche a iosa pronte a confermarlo. Se escludiamo la parola pluviale dall’equazione allora è un altro discorso, perché esiste un’altra vasta area che la supera in grandezza e in importanza.
Si tratta della Taiga. Potrà sembrare di difficile comprensione perché la sua area di estensione comprende sia l’Eurasia settentrionale iniziando dalla Scandinavia per poi spostarsi attraverso la Russia fino alla costa del Pacifico, che quella del nord America. Ci riferiamo ad entrambe come Taiga Euro Asiatica e Taiga canadese. Si tratta di una porzione comunemente indicata per semplificare, come foresta boreale.
La Taiga è unanimemente considerata uno dei principali Biomi terrestri. Cos’è un Bioma? Molto semplicemente una regione di ampia grandezza caratterizzato da un certo tipo di vegetazione, clima, suolo simili, nonostante si trovi in luoghi diversi del pianeta.
Oltre la Taiga corrispondono a questa descrizione zone come la savana, la tundra, il deserto. La comprensione del significato del bioma secondo gli esperti è importante per la conservazione delle risorse naturali e della biodiversità terrestre. Sono fondamentali per il pianeta, perché il loro compito è fornire servizi come assorbimento di carbonio e produzione di ossigeno.
Stando a questa descrizione è facile comprendere come possa considerarsi dunque la foresta più grande del mondo. Con un’estensione di circa 17 milioni di chilometri quadrati copre il 15% del suolo terrestre, battendo i 6 milioni di quella Amazzonica. Misurazione comunque approssimativa perché attraversando una porzione così vasta del globo, gli stessi esperti tendono a non dare una stima definitiva.
Naturalmente considerata l’enorme estensione, la sua composizione è diversa da zona a zona. Nella parte più settentrionale troviamo la tundra artica, mentre spostandoci verso il meridione troviamo la porzione di foresta costituita da specie definite caducifoglie o decidue, cioè quelle che in autunno sono sottoposte a caduta naturale.
Il clima è secco e rigido, contraddistinto da inverni tanto rigidi quanto estati brevi, e il suo sviluppo avviene su terreni principalmente umidi. All’interno possiamo riscontrarvi zone ad alto tasso di umidità come paludi, stagni e torbiere.
E la vegetazione? In linea generale le specie che possiamo elencare sono molto variegate. abeti rossi o siberiani, pino silvestre, peccio finlandese. Questo per quello che riguarda la porzione Euro Asiatica. Spostandoci in quella canadese invece troviamo ancora più flora come Abete nero, delle rocce o balsamico, Larice americano o dell’Alaska e ancora Betulla e Licopodio, ma anche alcuni tipi di ericacae e cornaceae.
La presenza faunistica è altrettanto sbalorditiva, un elenco lunghissimo di specie come alci europee, siberiane, dell’Alaska, diversi tipi di cervi, volpi e linci. Troviamo tigre siberiana, volpi ed ermellini, ma anche puzzole castori e procioni.
Se da sempre siamo al corrente circa i rischi e pericoli per la foresta Amazzonica, quelli che riguardano la Taiga sono i medesimi. Eccessivi disboscamenti, incendi.
Gli esperti segnalano questa problematica soprattutto nella zona che riguarda la porzione siberiana, dovuta all’eccessiva domanda di legno. Altro grande problema è naturalmente quello che riguarda il pianeta nella totalità, un tema ormai caldissimo: il cambiamento climatico, un’emergenza pressante. Siccità, alluvioni, carestie minano ogni giorno il delicato ecosistema della Taiga.
Secondo gli esperti è necessaria l’attuazione di provvedimenti dei governi di tutto il mondo per ovviare al problema, altrimenti rischiamo di compromettere la sopravvivenza di questo polmone verde, lasciando che le aree boschive si diradino in favore delle praterie.
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