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Curiosità dal mondo

Ritrovato su un relitto di epoca romana, è di 2000 anni fa: esperti perplessi

La storia di un reperto di 2000 anni fa, che ha a lungo lasciato gli esperti perplessi. Ritrovato su un relitto di epoca romana, regala nuovi sviluppi di che si tratta?

Lo ritrovano su un relitto di epoca romana – viaggi.nanopress.it

Chi si appassiona di archeologia lo sa bene. Spesso molte scoperte seppur importantissime, possono richiedere diversi anni per fornire un significato definitivo. Molti dei reperti e dei luoghi che ogni giorno gli studiosi ritrovano nel mondo, necessitano di anni di studi, di passaggi tra più esperti, per un’analisi dettagliata e definitiva circa il loro significato. Perché la storia dell’umanità è molto complessa e ci insegna che nulla è mai come sembra. Oggi parliamo di qualcosa che impegna gli esperti da moltissimi anni.

Il reperto ritrovato su un relitto che appassiona gli studiosi

Ci sono scoperte che seppur di grande importanza, fanno faticare non poco chi si deve occupare di loro. Dei veri e propri misteri che a volte vengono risolti, per altri si propende per spiegazioni il più possibile coerenti con quello che conosciamo.

Il fascino dell’archeologia è d’altra parte anche questo. Una branca di studio incredibilmente affascinante, che richiede spesso la collaborazione di esperti provenienti da tutto il mondo. Il reperto ritrovato su un relitto di cui parliamo oggi, è uno dei misteri più affascinanti che ci siano.

Ritrovato su un relitto – viaggi.nanopress.it

La sua scoperta risale a diversi anni fa, e da allora lascia perplessi ed appassionati gli studiosi. Sebbene un’importante svolta sia avvenuta di recente circa la sua funzione. Forse chi si appassiona di archeologia ne avrà già sentito parlare. Ci riferiamo alla Macchina di Anticitera.

Il suo ritrovamento risale addirittura al 1900, quando alcuni pescatori di spugne rifugiatisi nell’isoletta di Anticitera, scoprirono nelle profondità del mare il relitto di una nave romana di tipo mercantile. Il veliero sembra trasportasse alcuni oggetti in bronzo e marmo, ma uno degli archeologi tra i reperti notò la presenza di un curioso blocco di pietra. Curioso perché al suo interno racchiudeva un ingranaggio. E questo era appunto la macchina di Anticitera.

Il mistero della macchina di Anticitera

Dopo diversi esami, gli esperti capirono finalmente che la pietra non era una pietra, ma un meccanismo corroso, purtroppo mancante di alcune parti. Un insieme incredibile di ruote dentate ed iscrizioni, che facevano pensare ad un manufatto che avesse a che fare con l’orologeria.

Attualmente la macchina è conservata presso il Museo Archeologico di Atene. Si pensa che in origine misurasse 30 cm per 15, composta di rame e legno. Dal momento della sua scoperta appassiona studiosi di tutto il mondo che ancora non sono riusciti del tutto a spiegarla. Pare che presentasse 2000 caratteri di scrittura, ancora non del tutto decifrati.

Professor Tony Freeth – viaggi.nanopress.it

Sì, ma quale era la funzione di questo reperto ritrovato su un relitto? Ottima domanda, un vero rompicapo per studiosi di tutto il pianeta. A quanto pare si tratta di un dispositivo unico al mondo, ed incredibilmente evoluto per l’epoca cui appartiene. Probabilmente i Greci lo utilizzavano per misurare il tempo seguendo il sole ed i pianeti. Non solo, abili astronomi, i Greci se ne servirono anche per osservare le eclissi e le fasi lunari. Un particolare studio pubblicato diversi anni fa su Nature, afferma che veniva usato anche per le date dei giochi olimpici.

Quello che però ha sempre rappresentato una sfida per chiunque si sia mai approcciato allo studio di questo complesso oggetto, è il suo funzionamento esatto. Un mistero perché mancando dei pezzi, ha lasciato nel dubbio per anni su come agisse il meccanismo.

La svolta nel funzionamento di questo reperto

Un nuovo studio condotto dall’University College di Londra, sembra essere ora un punto di svolta. In passato alcune ricerche erano riuscite ad individuare la parte posteriore della macchina.

Il team di Londra guidato dal professor Tony Freeth, ha utilizzato la tecnologia computerizzata in 3D, per ricostruire il pannello anteriore. Un grande passo avanti che permette di capire qualcosa in più sulla complessità dell’oggetto.

Fatto questo, è stata realizzata una replica in scala reale, che tiene conto di tutto quello che gli scienziati precedenti hanno raccolto dalla scoperta ad oggi.

Studio dell’Ucl – viaggi.nanopress.it

La nostra sfida era creare un nuovo modello che abbinasse tutte le prove sopravvissute. – racconta il team in un articolo su Scientifics Reportse sembra che le caratteristiche della ruota motrice principale indichino che calcolasse i movimenti planetari con un complesso sistema epicicloidale (ovvero ingranaggi montati su altri ingranaggi)”.

Secondo il nuovo studio il design della macchina è ancora un mistero, sebbene sia accertato che descrivesse un antico Cosmo Greco. Qualcosa di straordinario che trae influenza da Platone, e dall’astronomia babilonese. Sembra inoltre che la macchina sia stata calibrata per la prima volta il 23 dicembre del 178 a.C., forse assemblata addirittura a Siracusa, all’epoca colonia greca.

Si tratta dunque di un dispositivo incredibile che ci dice davvero molto circa le enormi capacità tecnologiche degli antichi Greci. Non esiste al mondo qualcosa di identico, sebbene gli archeologi abbiano motivo di credere che questo non sia l’unico esemplare. Ad oggi non ne sono ancora stati ritrovati altri. Forse perché, ipotesi degli studiosi, essendo fatti di bronzo, altri congegni venivano fusi e riutilizzati una volta usurati e non più funzionanti.

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