Resa nota la Mappa degli Espopri per far posto all’enorme progetto del Ponte sullo Stretto ideato per unire “il continente” alla Sicilia.
Il Ponte sullo Stretto torna a fare parlare di sé. Un progetto che è sulla carta da tantissimi anni e che, ogni tanto, ritorna a riempire le pagine dei quotidiani e le notizie dei Tg, il tutto arricchito da modellini, grafici, numeri e tanti tanti soldi.
In questo ultimo periodo il progetto dalle dimensioni enormi è tornato a far parlare di sé, in particolare per la Mappa degli Espropri. Sì, perché lo Stato e le amministrazioni comunali possono espropriare i cittadini dei terreni e delle proprie case se si trovano sul cammino di un progetto ritenuto fondamentale per la comunità.
In questo caso, contrariamente a quanto si pensava all’inizio, gli espropri non riguarderanno più solo alcune villette e seconde case, ma molto altro. Ad aprile di quest’anno è stata resa nota la mappa di tutte le zone e le proprietà che verranno acquistate dallo Stato.
Saranno circa 2700 i proprietari e ben 450 case dovranno essere “spostate” o abbattute. Insieme a queste ci sarà anche un cimitero, aree archeologiche e una Rsa. I lavori non sono ancora iniziati e già sono fermi per i ricorsi dei residenti.
Il documento presentato dalla Società Stretto di Messina è di ben 1526 pagine. La prima grande suddivisione riguarda, non solo gli espropri, ma anche l’asservimento. L’esproprio riguarderà solo quelle zone dove verrà costruita la torre che sosterrà il ponte, oppure dove dovrà passare una ferrovia o, ancora, dovranno realizzare un’opera complementare.
Sarà, naturalmente, corrisposto un indennizzo, si dice, importante. Altre zone, invece, verranno utilizzate come “servitù”, come luoghi, cioè, che serviranno per un cantiere o per qualche altra attività legata ai lavori.
Anche in questo caso i proprietari saranno indennizzati adeguatamente. Gli espropri saranno indennizzati dopo una adeguata valutazione di mercato. Inizialmente sembrava che la zona interessata riguardasse soprattutto coloro che abitano Torre Faro e Ganzirri fino a Granatari, le zone della Sicilia più vicine alla punta della Calabria.
Dal ricco documento si è appreso, invece, che la grande opera riguarderà anche la zona di Sperone, Pace Annunziata, Viale Italia e Contesse. Si partirà, quindi, da via Circuito, a Messina, dove è prevista la fine del ponte fino alla stazione Papardo.
In questo tratto hanno deciso di salvare l’ospedale, e parte della cittadella universitaria all’Annunziata fino al bivio ferroviario di Contesse, dove è prevista l’area del cantiere più grande dopo quella di Torre Faro. Una volta che gli interessati avranno ricevuto la richiesta di esproprio, potranno presentare eventuali osservazioni e dovranno farlo in un’arco di tempo di 60 giorni.
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