E’ ufficiale, questo animale è a rischio estinzione, l’appello di Ethic Ocean è stato accolto da molti, nella speranza di arginare il problema.
L’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura, IUCN, ha classificato questo animale a rischio scomparsa, per questo lo ha inserite nella lista rossa. Molti quotidiani, tra cui il Sole24ore, hanno riportato nei loro articoli, l’allarme sul futuro della specie, lanciato dalla Organizzazione non governativa Ethic Ocean.
Questa segnalazione è stata sostenuta da Relais & Châteaux World Culinary Council, di cui il presidente è Laureato Gardiner ed il vicepresidente Mauro Colagreco.
Tra gli associati ci sono anche i più grandi chef del mondo, che a dicembre hanno votato all’unanimità per rimuovere l’anguilla europea dai loro menù, già a Natale.
Di conseguenza è partito l’invito verso tutti i cuochi di fare lo stesso ed il sollecito alle autorità di affrontare le cause che portano alla quasi estinzione di questo pesce. In Europa gli enti competenti hanno comunque già iniziato a muoversi da tempo per salvaguardare l’anguilla.
La Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo ha fatto uno studio per la protezione della specie e per preservare il patrimonio della pesca artigianale. La ricerca ha coinvolto nove stati tra cui il nostro Paese.
In Italia un Piano nazionale ha disposto una nuova normativa per il prelievo di avanotti, ossia i piccoli del pesce, nelle acque italiane. Inoltre ha stabilito la riduzione della pesca in molti bacini e la chiusura totale in molte regioni, ma non basta.
Secondo Federparchi, nonostante tutto, la specie delle anguille rimane fortemente in pericolo, anche perché non è possibile ancora riprodurle in cattività. Secondo i dati del 2021 nel nostro paese, da gennaio a giugno, si pescavano 50 tonnellate di anguille del tipo giallo ed argentino destinate alla vendita.
Nel 2023 visto l’aggravarsi della situazione, alcune regioni hanno imposto il blocco per tutto l’anno. Alla fine di quest’anno terminerà anche la realizzazione del progetto comunitario Lifeel, il primo dedicato alla conservazione dell’anguilla europea.
L’obiettivo di questo lavoro è quello di mantenere ed incrementare il numero naturale dei pesci. L’intento che i membri portano avanti è dare un contributo per contrastare le minacce alla sopravvivenza della specie.
Oltre alla Grecia, l’altra area geografica interessata è l’Italia, in particolare il bacino idrografico del Fiume Po e del Delta del Po. Massimiliano Costa, direttore del Parco Regionale Delta del Po Emilia Romagna ha spiegato che l’unica possibilità di salvare l’anguilla è la riproduzione in cattività.
Per cui è necessario che gli esperti individuino i soggetti più adatti alla riproduzione ed alla migrazione, per definirne le caratteristiche. I ricercatori in collaborazione con le università di Amsterdam, Tokyo e Bologna dichiarano di essere in dirittura di arrivo con questo obiettivo.
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