Scopriamo quali sono le regioni italiane con il maggior numero di rifiuti radioattivi: questi sono i luoghi che ne hanno di più secondo l’inventario nazionale.
L’inventario nazionale aggiornato dall’Ispettorato nazionale per la radioprotezione e per la sicurezza nucleare ci fornisce una documentazione completa e un quadro generale sulla situazione dei rifiuti radioattivi. In base ad esso, siamo a conoscenza delle regioni italiane che più sono invase da depositi di rifiuti tossici. Si tratta pur sempre di depositi temporanei, ma comunque potenzialmente nocivi. Non tutti i rifiuti, infatti, sono uguali: quelli radioattivi destano non poca preoccupazione in coloro che vivono nei pressi di questi stoccaggi. L’impatto sull’ambiente e sulla salute della popolazione sono i due punti d’interesse maggiori in questo specifico tema.
I rifiuti radioattivi sono conservati temporaneamente in alcuni depositi sparsi per tutta la Nazione, e ammontano a circa 31.159,1 metri cubici. Questo numero è un dato risalente all’inizio del 2023 ed è reso noto dall’Inventario nazionale dei rifiuti radioattivi dell’Ispettorato nazionale per la radioprotezione e per la sicurezza nucleare. Il dato incoraggiante è che, rispetto all’anno scorso, sono 653 i metri cubici in meno. Non sono tantissimi, e ciò non significa nemmeno che vengano erogati meno materiali radioattivi. Questo leggero calo è causato, piuttosto, ad alcune modalità di trattamento e smaltimento dei rifiuti radioattivi. Adesso scopriamo insieme come sono distribuiti i depositi di stoccaggio e quali sono le regioni italiane col maggior numero di rifiuti nucleari.
Ci sono regioni italiane che, più di molte altre, sono in possesso di un gran numero di depositi di rifiuti radioattivi. La classifica dell’ISIN parla chiaro:
Le parole dell’ISIN (Ispettorato Nazionale per la sicurezza nucleare e per la radioprotezione) a riguardo:
“Va comunque precisato che il 99% del combustibile nucleare irraggiato delle quattro centrali nucleari nazionali dismesse non si trova più in Italia: inviato in Francia e in Gran Bretagna, dove è stato sottoposto a processo chimico per il recupero di nuovo combustibile nucleare fissile, farà presto rientro in Italia come rifiuto radioattivo vetrificato di minore volume rispetto a quello di partenza”
Il totale dei rifiuti radioattivi presenti nelle regioni italiane sopraelencate, al momento sono in uno stato provvisorio di stoccaggio, non permanente. Si trovano in attesa dell’attivazione del trasferimento all’interno del Deposito Nazionale e del deposito geologico in piccola parte. Questo smistamento si decide a seconda di alcuni parametri di classificazione decise dal Decreto del Ministro dell’Ambiente e decise dalla Tutela del Territorio.
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