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Un rapporto stilato da alcuni ricercatori delle Nazioni Unite definisce i paesi più felici del mondo. The World Happiness Report, questo appunto il titolo, ha classificato le nazioni in base a una serie di criteri che tenessero conto non solo della prosperità economica, ma soprattutto del benessere sociale in genere inteso come collettività e coesione all’interno di un paese.
Il rapporto è stato commissionato dal regno di Bhutan, il piccolo paese dell’Asia Centrale situato tra la Cina e l’India. Una monarchia costituzionale il cui re Jigme Singye Wangchuck ha intrapreso sin dalla sua ascesa al trono nel 1972 una serie di politiche volte al miglioramento del benessere comune e alla felicità del popolo (politica perseguita dal suo successore e attuale monarca Jigme Khesar Namgyel Wangchuck). Un aspetto che andasse oltre la semplice situazione economica, che deve essere preceduta da tre fattori ancora più importanti secondo il sovrano: la libertà politica, i buoni rapporti sociali, l’assenza di corruzione.
Ed è proprio su questi aspetti, oltre che sul prodotto interno lordo, che si sono concentrati i ricercatori della sede delle Nazioni Unite a New York, arrivando a definire quali sono i trenta paesi più felici del mondo, ma anche quelli più infelici. Naturalmente una classifica del genere è abbastanza arbitraria, perché il sentimento di felicità di un popolo è soggettivo e cambia a seconda dei modelli culturali. Diciamo che in base ai valori tenuti in considerazione possiamo farci un’idea di come si vive in una nazione secondo il nostro modello occidentale.
Non proprio a sorpresa, ecco emergere la Danimarca al primo posto. È la Scandinavia in generale a farla da padrona, con Finlandia e Norvegia rispettivamente al secondo e terzo posto, e la Svezia al settimo. Al quarto posto si collocano i Paesi Bassi, seguiti da Canada al quinto e Svizzera al sesto. La Nuova Zelanda e l’Australia si piazzano in ottava e nona posizione, mentre l’Irlanda chiude la top ten. Paesi ricchi e industrializzati come gli Stati Uniti (11°), gli Emirati Arabi (17°), il Regno Unito (18°) e la Francia (23°) non si piazzano bene, a dimostrazione che non è solo il PIL a determinare la felicità. L’Italia si piazza solo al 28° posto, ma fa meglio della Germania che chiude al 30°. Come ci si può aspettare il versante opposto della classifica è occupato da numerosi paesi africani: nello specifico le ultime posizioni sono detenute da Burundi, Sierra Leone, Benin e Togo. Ma, ribadendo il concetto espresso dai ricercatori ed esperti del settore, la ricerca è da tenere in considerazione con cautela.
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