La regione dove si coltiva più riso in Italia non si trova a Sud, nonostante si pensa che le prime coltivazioni siano state introdotte qui. Ecco invece qual è.
La sua storia ha avuto inizio nel lontano Oriente almeno 10 mila anni fa. Scavi archeologici nella valle del fiume Yangtze, in Cina, ne testimoniano l’esistenza in un periodo risalente a circa 8 mila anni fa. Altri fossili, invece, ne confermano la coltivazione già nel 1000 a.C. in India, nello Uttar Pradesh.
Parliamo del riso, una coltura oggi molto presente nella nostra cucina, che ben presto si diffuse anche in Occidente grazie alla sua introduzione da parte degli Arabi.
Anche in Italia il riso ebbe sin da subito grande successo tanto che ancora oggi c’è una regione in particolare dove viene coltivato in grandi quantità.
Nonostante una delle ipotesi circa il suo arrivo in Italia sostiene che il riso sia stato introdotto in Sicilia, tra Siracusa e Lentini, la regione dove si coltiva più riso oggi non si trova nel meridione.
Al giorno d’oggi sappiamo che le diverse tipologie di riso sono raggruppate in quattro differenti categorie che differiscono per forma e dimensione. Secondo questa classificazione abbiamo quindi il riso:
In Italia queste tipologie vengono prodotte in percentuali differenti, anche se i chicchi più coltivati sono quelli lunghi e la maggior parte della produzione viene esportata all’estero, in particolare in Spagna.
Se ti stai chiedendo qual è la regione dove si coltiva più riso in assoluto, questa è il Piemonte. Qui si trovano il 50% delle risaie presenti in Italia, suddivise nei territori di Vercelli (70 mila ettari), Novara (30 mila ettari), Alessandria (8 mila ettari), Biella (4 mila ettari) Cuneo e Torino.
Proprio in Piemonte si trova il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese, l’unico DOP in Italia, ed è esattamente qui che è nato il riso Arborio. Nel marchio DOP sono incluse anche le qualità di riso Carnaroli, Baldo, Balilla tondo, Gladio lungo B e S. Andrea.
A dare una mano al Piemonte è poi la Lombardia, la seconda regione che in Italia produce più riso. Queste due regioni insieme rappresentano ben il 93% della coltivazione di riso in tutta Italia.
Questa seconda regione risicola, nei suoi circa 100 mila ettari totali sparpagliati per le provincie di Pavia, Milano, Lodi e Mantova, coltiva in particolare riso Carnaroli.
Tralasciando Piemonte e Lombardia, la coltivazione del riso è diffusa anche in altre zone d’Italia. L’Emilia Romagna, per esempio, ospita le risaie della frazione Còntane, le risaie basse d’Italia a circa 3 metri sotto il livello del mare.
Anche in Veneto la tradizione della risicoltura è diffusa e molto antica. Qui si coltivano all’incirca 2 mila ettari e mezzo di riso della qualità Vialone Nano.
All’appello non mancano poi Sardegna, Calabria, Friuli Venezia Giulia, Trentino, Toscana e Sicilia che tutte insieme rappresentano il 2% della produzione italiana di riso.
Oltre alla teoria secondo cui il riso sia stato diffuso dagli Arabi inizialmente in Sicilia e poi successivamente in Spagna, in Francia e nel resto d’Italia, esistono altre due ipotesi.
Una vuole che sia arrivato a Napoli nel Trecento grazie agli Aragonesi e che poi da qui risalì in Toscana e in Lombardia. Un’altra teoria, invece, spiega che il riso sarebbe giunto a Venezia tramite il commercio mercantile e che poi sarebbe stato commercializzato nel resto della Pianura Padana.
Esistono molti documenti che attestano la presenza di coltivazioni di riso in Lombardia già nel Quattrocento. Secondo un censimento nei primi anni del Cinquecento la regione ospitava più di 5 mila ettari di risaie.
In questo secolo la coltivazione di riso sarebbe sbarcata anche in Piemonte e poi in Emilia Romagna e in Veneto.
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