Pochissimi conoscono l’esistenza di una porta magica nella nostra capitale. Le curiosità e le informazioni da sapere su questo luogo di Roma.
Nel cuore della capitale si trova un luogo poco conosciuto e affascinante. Senza farci caso i turisti ci passano davanti, ma nemmeno i romani sono a conoscenza della sua presenza.
Stiamo parlando di una magica porta dietro la quale un alchimista è misteriosamente scomparso. Proprio come nel film Stargate, ma in un era barocca. La porta un tempo appartenuta alla Villa Palombara, ancora conserva oggi un enorme fascino grazie alla sua leggenda e all’alone di mistero che la circonda.
La porta è chiamata anche Alchemica e fa parte dei giardini di Piazza Vittorio Emanuele II. Fu realizzata dopo l’Unità d’Italia in seguito alla demolizione della Villa Palombara del ‘600. Questa villa fu la residenza del marchese di Pietraforte, Massimiliano Savelli Palombara.
Una volta era un’area di campagna, ma ora è centro città. Infatti questa zona si trova tra la Basilica di Santa Maria Maggiore, la Stazione Termini, della Basilica di Santa Maria Maggiore, San Giovanni in Laterano e il Colosseo. Massimiliano Savelli Palombara costruì nel giardino della sua villa la soprannominata Porta Magica.
Oggi è l’unica sopravvissuta delle cinque porte della villa Palombara. Durante i primi tempi del Regno d’Italia, la villa fu distrutta insieme ad altre ville vicine per far posto a Piazza Vittorio Emanuele II, quindi si decise di mantenere la Porta Magica, che si trovava nell’angolo dei giardini della piazza.
I misteri, le leggende e il fascino che c’erano sopra la porta hanno giocato un ruolo decisivo nella sua salvezza. Ai lati della porta incantata furono poste a guardia della soglia due statue raffiguranti il dio egizio Bes provenienti dalle rovine del tempio di Serapide.
Porta Alchemica è il nome originale della porta, ma è anche chiamata Porta dei Cieli e Porta Ermetica. Fu realizzata tra il 1655 e il 1681 su richiesta del Marchese Savelli, che aveva un grande interesse per l’alchimia. Una passione nata dalla conoscenza con la regina Cristina di Svezia, trasferita a Roma dopo il suo passaggio al cattolicesimo e l’abdicazione al trono svedese a metà del ‘600.
Ad oggi la porta è l’unica prova esistente dell’architettura alchemica occidentale, ma il suo significato rimane un mistero.
Secondo la leggenda legata alla Porta Magica, una notte fu accolto a Villa Palombara un pellegrino identificato come il medico, avventuriero e alchimista Francesco Giuseppe Borri. L’alchimista era alla ricerca di una misteriosa erba che potesse produrre oro e quindi passò la notte nei giardini della villa.
La mattina dopo, Borri scomparve dalla porta, lasciando dietro di sé pagliuzze di oro, un segno di trasmutazione alchemica. Non solo, lasciò anche una carta misteriosa con informazioni su enigmi e simboli magici per svelare il segreto della pietra filosofale, che convertiva il metallo in oro.
Il marchese Savelli tentò inutilmente di decodificare i simboli e i misteri del manoscritto. Decise quindi di esporne il contenuto scolpendo simboli e epigrafi sulle 5 porte della Villa Palombara, ma, purtroppo, solo la Porta Alchemica è sopravvissuta fino ad oggi.
I simboli scolpiti sulla porta magica li ritroviamo anche nelle illustrazioni di testi di filosofia esoterica e di alchimia della fine del XVII secolo.
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