Ti sei mai chiesto perché l’acqua del mare è salata? Già nei primi anni del Settecento un astronomo aveva avanzato le prime teorie, oggi confermate dalla scienza.
Il 70% circa del nostro Pianeta è fatto d’acqua. Di questa parte, solo il 2,5% è costituito da acqua dolce. La restante parte, infatti, rappresenta acqua salata e oceanica.
Ma cosa ha portato a questa differenziazione tra le acque? Perché l’acqua del mare è salata e quella dei fiumi invece no? Se te lo sei sempre chiesto, eccoti la risposta.
Forse non lo sai, ma in origine le acque del mare non erano poi così salate. Anzi, come ha dichiarato il National Ocean Service, lo erano solo leggermente. A questo punto bisogna necessariamente fare un salto indietro nel tempo e arrivare fino al momento in cui l’acqua è arrivata sulla Terra.
In realtà non esiste una teoria che possa confermare con certezza assoluta l’origine dell’acqua sul nostro Pianeta. Secondo le ipotesi degli scienziati, negli ultimi 4,6 miliardi di anni, l’acqua potrebbe essersi accumulata sostanzialmente in due modi differenti.
C’è addirittura chi sostiene la validità di entrambe le ipotesi.
Fatta chiarezza su questo aspetto, possiamo quindi cercare di capire perché l’acqua del mare è salata.
Già nel 1715 l’astronomo Edmond Halley aveva ipotizzato che la salinità dell’acqua del mare fosse causata dalle rocce. E in effetti nel corso del tempo gli scienziati hanno confermato la sua intuizione, nonostante a contribuire al fenomeno siano anche le fonti idrotermali degli oceani e le attività vulcaniche sottomarine.
Quando l’acqua piovana arriva sulla terra erode le rocce sulle quali si schianta disciogliendo i sali che questa contiene. Tutto ciò avviene perché l’acqua che giunge dal cielo contiene una percentuale di acidità.
Durante tutto il suo viaggio da monte a valle, l’acqua che scorre si arricchisce sempre più di sali fino a gettarsi insieme a tutto il suo accumulo in mare. Concluso il suo percorso, una parte dei sali diventa di fondamentale importanza per tutti gli organismi viventi, mentre l’altra (la maggior parte) si discioglie.
I sali presenti nell’acqua marina sono composti per lo più da cloruro di sodio (il comune sale da cucina) e sodio che insieme rappresentano l’85% del totale. La restante percentuale è costituita invece da magnesio, solfato e altri elementi in concentrazioni piuttosto piccole.
L’acqua del mare però non è tutta uguale. In linea di massima il livello medio di concentrazione di sale nell’acqua è del 3,5%, ovvero 35 grammi per litro. La salinità tuttavia dipende da diversi fattori come la temperatura, l’evaporazione e le precipitazioni.
Un luogo dove le temperature sono più elevate e dove l’evaporazione è di conseguenza maggiore avrà, per esempio, una concentrazione più elevata di sale, così come un fondale meno profondo. Questo perché in una minore quantità d’acqua saranno diluite sempre le stesse concentrazioni di sale. L’evaporazione è quindi sostanzialmente la causa della salinità del mare.
Sebbene anche le acque dei fiumi contengano piccole concentrazioni di sali come il cloruro di sodio, l’evaporazione è talmente bassa che il sale non riesce a raggiungere la quantità presente nei mari.
Esiste poi un posto al mondo dove nessuna regola risulta essere valida. Nel Mar Morto (che in realtà sarebbe un grande lago), la concentrazione di sale tocca il 35% raggiungendo un livello 10 volte superiore del normale. La salinità rende le acque più dense: ecco perché in questo bacino è molto facile galleggiare anche senza nuotare.
In realtà anche il nostro Mediterraneo presenta un accumulo di sale leggermente maggiore (3,8%). Questo perché la sua essenza di bacino quasi chiuso non gli consente di avere scambi con le acque oceaniche.
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