Rischi una multa salatissima se mai dovessi avvicinarti a qualcosa che si trova in mare. Parliamo di 30 mila euro.
In estate al mare si va per rilassarsi, godersi il sole, staccare dalla frenesia quotidiana. Quando ci si prepara alla vita da spiaggia è sempre bene però partire preparati. Ad esempio relativamente alla nostra salute. Tenersi sempre idratati, mettere la protezione solare più volte nel corso della giornata, sciacquarsi sempre bene dall’acqua del mare per non seccare la pelle con la salsedine. Altrettanta attenzione va però posta al modo in cui stiamo al mare, o rischiamo anche una salta multa. Vediamo in che modo.
Il mare, la spiaggia, così come altri luoghi naturali, meritano tutto il nostro rispetto e delicatezza nell’approccio. Nostro compito è preservarne una giusta pulizia e dunque osservare regole ed accortezze.
Soprattutto quando si tratta anche della sopravvivenza di determinate specie. Non siamo i soli “abitanti” e/o fruitori delle bellissime spiagge del nostro paese. Diversi sono gli esempi di fauna di vario tipo in cui potremmo imbatterci.
Di una in particolare abbiamo paura e vorremmo non starle mai troppo vicino. Soprattutto in acqua. Ci riferiamo alle meduse.
Dall’aspetto molliccio e simile a quello di un polipo rovesciato, questo è un animale definito planctonico, che appartiene alla famiglia degli Cnidari. Se dovessimo essere più specifici la medusa è un processo vitale che arriva dopo la riproduzione con la formazione di un banale polipo. A renderla così poco amata sono i suoi tentacoli, tecnicamente cnidociti.
L’animale le utilizzata una volta sola e poi necessita di rigenerazione. Contengono sostanze altamente urticanti che di norma usa per paralizzare la preda. Si attivano anche quando si sente minacciata, come in caso di contatto involontario con l’uomo. Il liquido che emettono è altamente urticante. Non solo perché può essere in base alla specie che si incontra neurotossico o anche emolitico. Può portare fino allo shock anafilattico.
Ad esempio il premio Nobel Charles Robert Richet riuscì a classificare tre proteine all’interno del veleno, talassina, congestina e ipnotissina. La prima è altamente infiammatoria, la seconda provoca paralisi anche a livello respiratorio, mentre l’ultima è praticamente un paralizzante.
Insomma, tutte queste caratteristiche la rendono una specie per nulla simpatica quando si teme di incontrarla in acqua. E molti ritengono di doversi difendere, non sapendo però di Ebbene se compi un gesto in particolare, rischi una multa salatissima!
Molti bagnanti infatti lasciano le meduse al sole quando le individuano sul bagnasciuga. Invece di aiutarle a tornare in acqua, loro habitat naturale, non fanno altro che accelerare il decesso, complice la disidratazione provocata dal sole.
In questo modo pensano di proteggere gli altri bagnanti da eventuali fastidiose punture. Non sanno però di compiere un vero e proprio reato. Questa è una vera e propria uccisione di un animale e come tale la legge la punisce. Qualora veniste colti in un simile atto, verreste puniti con una multa che può andare dai 5.000 ai 30.000 euro.
Esiste proprio una norma specifica, che si trova nel codice penale, l’articolo 544 ter. In generale dunque in caso di avvistamento di questi animali, bene è uscire dall’acqua, eventualmente avvisare le autorità e chiunque si trovi vicino a noi. Le meduse sono in ogni caso necessarie ai nostri ecosistemi, poiché funge da filtro marino. Contribuisce infatti al movimento delle acque, favorendo la distribuzione del nutrimento utile ad altri animali.
Intanto secondo l’Ispra, questi animali sono aumentati nelle nostre acque. Come comportarsi in caso di incontro? Intanto sappiamo che è sufficiente anche solo un leggero sfioramento dei tentacoli per attivare il veleno. Sulla pelle questo provoca bruciore, dolore. Compaiono poi bolle simili ad orticaria e desiderio fortissimo di grattarsi. Talvolta gonfiore della zona interessata.
Secondo gli esperti è importante uscire immediatamente dall’acqua, verificare che non ci siano parti della medusa attaccati alla nostra pelle e procedere ad una prima disinfezione. Si può usare direttamente acqua di mare, altri consigliano ammoniaca. Successivamente si potranno utilizzare creme e o comunque medicazioni a base di cloruro d’alluminio, che blocca il veleno e la sua diffusione. Andrebbe in realtà portato sempre con sé nelle zone ad alta presenza di meduse. E poi naturalmente una crema al cortisone, che in circa 20 massimo 30 minuti calma il bruciore.
Fondamentale in questo lasso di tempo evitare di grattarsi, magari complice la ruvidità della sabbia.
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