Un liquido oleoso esce fuori da un buco nell’oceano pacifico. Scopriamo insieme cosa si nasconde dietro questa stranezza.
Il mondo della natura, sopratutto quando parliamo di mondo marino, non manca davvero mai di stupirci. Ogni giorno arrivano notizie relative a scoperte, alcune anche preoccupanti, circa il nostro pianeta. Alcune di queste, come quella di oggi, tengono molto occupati gli scienziati. Vediamo di che si tratta.
Se vi dicessimo che gli scienziati hanno scoperto uno strano buco nell’Oceano Pacifico, che direste? Soprattutto se vi dicessimo che da questo buco fuoriesce un liquido oleoso? Si tratta di una scoperta fatta dagli scienziati dell’Università di Washington.
Si tratta pensate, di qualcosa emerso e arrivato all’attenzione degli scienziati praticamente quasi per caso. Gli scienziati si sono accorti della presenza di alcune bolle d’aria che arrivavano fino in superficie. Ad aiutarli a scoprirne qualcosa in più un sonar.
Da lì in avanti non hanno fatto altro che analizzare quella che appariva più che come un buco piuttosto come una fessura e da li analizzare questo liquido sospetto. Oleoso sì, ma che ricordava quasi il getto di un idrante.
La cosa più curiosa è in realtà la composizione chimica di questo liquido. Perché in realtà è sorprendente. Differisce infatti dalle acque oceaniche. Gli scienziati di Washington rivelano che a saltare all’occhio è l’elevatissima composizione ricca di litio e boro. Due componenti che bilanciano l’assenza o meglio la bassa percentuale di magnesio, potassio e cloro.
Ma dove ci troviamo esattamente ? Oceano Pacifico sì, precisamente nella zona nota come Oasi di Piza. Qui la temperatura dell’acqua raggiunge i 9 gradi. Una zona dove tutto farebbe pensare si incontrino bene due placche tettoniche che si spingono una verso l’altra. Dando anche vita ad alcuni fenomeni sismici.
Ora resta da capire a cosa serva questo liquido. Quello che è certo è che stando a quanto dicono gli scienziati, si tratta di un fenomeno mai visto prima, osservato a circa 80 chilometri da Newport, nel bel mezzo dell’Oceano Pacifico.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista di settore Science Advances, corredato anche di un breve video girato direttamente dagli incaricati dell’Università. Il team di ricerca ritiene che si tratti di un fenomeno generato dal movimento delle placche tettoniche. Il che spiegherebbe anche il perché della rilevazione di una certa attività sismica nella zona.
Il liquido avrebbe una funzione di lubrificante per la sua natura oleosa, aumentando però la tensione in queste zone. Ora non resta che monitorarlo, perché gli esperti temono che a lungo andare l’azione lubrificante possa finire per contribuire all’attività sismica. Che si sta appunto cercando di prevenire.
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