Nel periodo estivo sicuramente predominano le vacanze al mare, ma esiste un’ampia fetta di viaggiatori che predilige la montagna. Le passeggiate nella natura, le temperature più miti, la pace e la tranquillità di luoghi poco trafficati rendono questa destinazione tra quelle privilegiate soprattutto da chi è in cerca di relax.
A parte le ferie estive, nel tempo, sta prendendo sempre più piede una terapia che sfrutta le caratteristiche che le località montuose offrono: ruscelli, vette, boschi, vengono adottati come rimedi per curare corpo e mente. Si tratta della montagnaterapia che con il trascorrere del tempo sta prendendo sempre più piede, avendo scoperto i risvolti benefici che una vacanza in montagna concede.
Nonostante intorno a questo metodo di cura ci siano ancora perplessità, chi se ne occupa da tempo non ha dubbi sul fatto che faccia bene alla salute e aiuti anche coloro che hanno problemi più seri come tossicodipendenza o anche autismo. Sono proprio gli esperti del settore a ritenere che passeggiate all’aria aperta danno un’occasione di riflessione, una chance per confrontarci con noi stessi, senza dover vivere il confronto costante e a volte anche giudicante che la società impone e che comporta, troppo spesso, la percezione di un senso di inadeguatezza.
Concedere tempo a noi stessi, ai nostri pensieri, al nostro io sembra dare il beneficio, a lungo andare, di fortificarci, superando gli stereotipi e anche i limiti che troppo spesso ci imponiamo noi stessi. Tutto questo offre una possibilità di conoscenza e anche di trasformazione, preziosa per arrivare ad abbattere barriere costruite all’esterno, ma anche da noi stessi.
Per quanto possa sembrare strano, camminare in montagna oltre a comportare un esercizio fisico, è anche occasione per esercizio psicologico, gli stimoli esterni hanno un’incidenza sulle persone, provocano sensazioni, stimolano emozioni, sollecitano alla riflessione e soprattutto favoriscono un ‘lavoro’ mente-corpo che va di pari passo.
Fondamentale in questo percorso sono i sentimenti che naturalmente si sviluppano come conseguenza dell’escursione: curiosità, stupore e un’apertura verso una realtà fino a quel momento sconosciuta che rompe il circolo vizioso nel quale si era entrato a causa di una quotidianità che si ripete sempre nello stesso modo, con gli stessi avvenimenti che tornano, quasi debbano tornare.
Sulle montagne, invece, tra i boschi si interrompe la routine alla quale si era abituati. Come sottolinea anche l’Ausl è un’occasione di socializzazione differente, che consente di condividere momenti importanti: passeggiare, mangiare, dormire, con altre persone, ma in un’ottica nuova, con un’apertura diversa che spesso aiuta a superare i limiti e dà adito a profonde riflessioni che risultano funzionali al raggiungimento del benessere.
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