I ricercatori hanno portato alla luce una nuova grande caverna al confine tra Italia e Slovenia. Il ritrovamento, avvenuto quasi per caso, è di grande importanza per il mondo della speleologia italiana.
Può un piccolo buco nascondere un immenso mondo delle meraviglie sotterraneo? A quanto pare, la risposta è sì. A confermarlo è un team di esperti che nel 2021 ha scoperto in Friuli Venezia Giulia un varco dalle modeste dimensioni che però in seguito si sarebbe rivelato la porta d’ingresso di un luogo fenomenale fatto di acqua e pietra.
A pochi passi da Trieste, nei pressi del confine tra Italia e Slovenia, gli speleologi hanno portato alla luce un mondo meraviglioso fino ad allora sconosciuto, protetto sotto il Carso.
Si tratta di una delle prime scoperte avvenute subito dopo la ripresa, nel 2021, dei lavori di ricerca per la speleologia italiana che è riuscita ad aggiungere nelle mappe un nuovo e importantissimo sito.
Parliamo della Grotta Sancin, o Sancinova Jama, apparsa quasi come per magia tra le località di Basovizza e Trebiciano.
Tutto ha avuto inizio con il rinvenimento di un varco nella roccia da parte di due speleologi esperti, Claudio Bratos (Jamarski Odsek Slovenskega Planinskega Drustva Trst) e Mauro Kraus (Gruppo Speleologico San Giusto).
I due ricercatori hanno concentrato la loro attenzione e i loro sforzi proprio in quel buco, certi che al di là del foro si nascondesse un intero mondo. E così effettivamente è stato.
I lavori di scavo hanno portato alla luce una meravigliosa grotta, piena zeppa di stalattiti e stalagmiti spettacolari. Ma gli elementi naturali più emozionanti finora documentati sono i fiori di pietra, delle composizioni create dallo schizzare dell’acqua sulla roccia.
Le prime immagini arrivate grazie agli scatti dallo speleofotografo Peter Gedei ed il suo team di speleologi, professionisti degli scatti nel mondo sotterraneo, ci mostrano una grotta dalle dimensioni considerevoli. Solo la caverna finale misura 120 metri per 60 e ha un’altezza media che si aggira intorno i 25 metri circa.
La caverna si sviluppa su pozzi verticali che permettono l’accesso solo a professionisti esperti muniti con la giusta attrezzatura speleologica. Tutti gli ambienti interni sono un susseguirsi di passaggi ora più stretti ora più ampi, accumuli di rocce dovute al crollo della volta, bellissime concrezioni che ricoprono il pavimento e le pareti, e camini rimasti ancora inesplorati.
Gli speleologi hanno dedicato la nuova grotta al grande e instancabile esploratore di grotte slovene Stojan Sancin. Sancin era capogruppo dello JOSPDT (Jamarski Odsek Slovenskega Planinskega Drustva Trst).
La scoperta della cavità è avvenuta letteralmente per caso. Gli speleologi protagonisti del ritrovamento hanno infatti confessato il grande desiderio degli esperti del settore di ritrovare il mitico sotterraneo percorso del fiume Timavo, non ancora rinvenuto.
Ogni speleologo dell’area di Trieste sogna di essere l’autore di questa grande scoperta e spera lavoro dopo lavoro di compierla finalmente. Nonostante questo sia l’obiettivo più grande, ciò non toglie che qualsiasi altro tipo di ritrovamento nelle profondità della terra possa in ogni caso essere motivo di grande emozione.
Attualmente i lavori di esplorazione sono ancora in corso e mirano a scoprire quali e quante forme di vita possano nascondersi all’interno della cavità.
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