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Siete in cerca di luoghi abbandonati in Emilia Romagna? Si tratta di una delle regioni più vivaci e allegre d’Italia eppure, anch’essa, nasconde nell’ombra dei suoi fitti boschi, ville un tempo gloriose, ormai ridotte in rovina, case maledette, e poi ancora fabbriche e colonie abbandonate all’effetto corrosivo degli anni che passano. Sono numerosi i luoghi abbandonati e misteriosi in Emilia Romagna, noi abbiamo selezionato per voi i più interessanti, quei posti in cui il degrado si è fuso col fascino sinistro di leggende e storie maledette. Pronti a un tour ad dell’Emilia Romagna abbandonata ad alto tasso di adrenalina?[/multipage]
[multipage]Luoghi abbandonati in Emilia Romagna: Case Scapini
Tra i più spettacolari luoghi abbandonati dell’Emilia Romagna, Case Scarpini è in vetta alla classifica. Case Scapini (Ca’ Scapini) è una frazione di Bardi, un paesino della provincia di Parma, abbandonato da circa 40 anni. Ancora oggi, se avete il coraggio di addentrarvi lungo il fiume, nella fitta boscaglia, scorgerete a un certo punto un agglomerato di case in pietra, vecchi mezzi agricoli non funzionanti, tendaggi lacerati dal vento, e poi ancora bottiglie, damigiane e persino scarpe, che la Natura si è parzialmente riconquistata, rivestendo tutto di edera.
Questo luogo abbandonato trasmette una sensazione in bilico tra il fatato e il maledetto: sono molte le leggende dal sapore inquietante che ruotano intorno a questo piccolo luogo abbandonato. Case Scarpini è soprannominato il Paese dei bambini che piangono, molti di quelli che sono passati di qui giurano di aver sentito voci strazianti, presenze opprimenti, luci intermittenti e persino bruschi cali della temperatura.
La leggenda più famosa racconta che a Case Scarpini ci fu un sanguinoso eccidio nazista, in cui persero tragicamente la vita, donne e bambini. A seguito di questa strage, gli abitanti lasciarono il borgo, stremati dalle voci dilanianti dei bambini e delle donne rimaste uccisi. Sarebbero gli stessi udibili ancora oggi….
Un’altra leggenda, racconta che qui furono lasciati morire di fame e stenti sette orfanelli: le urla e le voci che si odono oggi, sarebbero le loro.
Un’ultima leggenda parla dell’improvviso esodo di massa dal borgo, a seguito del ritrovamento, negli anni ’40, del corpo di una giovane pastorella orrendamente mutilato, forse da un orso, o magari da una strega.
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[multipage]Luoghi abbandonati in Emilia Romagna: Villa Boccaccini
Villa Boccaccini è un altro luogo abbandonato dell’Emilia Romagna: è una villa risalente al ‘700, situata a pochi passi dal Lido degli Scacchi, nelle immediate vicinanze del centro di Comacchio. E’ una villa famosa anche per aver fatto da inquietante scenario, nel 1976, a una delle pellicole horror più spiazzanti del cinema italiano: stiamo parlando de ‘La casa dalle finestre che ridono’, di Pupi Avati. Anche se è doveroso raccontare la verità: le finestre a forma di bocca sorridente non appartenevano realmente a Villa Boccaccini, ma a un’abitazione più piccola che si trovava a Malalbergo.
Da villa incantevole, oggetto di attenzione da parte di numerosi artisti e tantissimi curiosi, si è ben presto trasformata in un simbolo dei luoghi abbandonati. Subito dopo le riprese del celebre film, Villa Boccaccini è scivolata inesorabilmente nell’oblio: le sue eleganti mura, i suoi giardini verdeggianti e ben curati sono diventati scenario elettivo per appassionati fotografi di realtà alla deriva. Purtroppo agli amanti delle ‘rovine’ si sono aggiunti anche i vandali che hanno contribuito al suo rapido declino: buona parte del suo scheletro ligneo è finito in fumo per colpa delle fiamme, appiccate da delinquenti in cerca di futili emozioni.
La famiglia Boccaccini, non essendo in grado di sostenere le spese di gestione della villa ha ceduto la struttura, anche se l’acquirente non è mai stato reso noto. Oggi di quella meravigliosa villa ricca di sfarzi non resta più nulla: da un paio d’anni è stata rasa al suolo, tuttavia la sua storia, di rose e spine, merita assolutamente di essere raccontata, anche per chi ora non potrà più ammirarla. Sono numerose anche le leggende che sono fiorite negli anni in cui la fama di Villa Boccaccini era cresciuta esponenzialmente, racconti di fantasmi e maledizioni legate alla famiglia Boccaccini. Qualcuno afferma anche di aver assistito a strani fenomeni ‘paranormali’, come lampade che si accendevano da sole e la strana percezione di entrare in uno spazio a-temporale da brividi.
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[multipage]Luoghi abbandonati in Emilia Romagna: Discoteca Woodpecker
Tra i luoghi abbandonati e misteriosi dell’Emilia Romagna c’è anche una discoteca: stiamo parlando di Woodpecker, un famoso club di Milano Marittima molto in voga negli anni ’60. Inizialmente si trovava nel centro del Paese, tuttavia successivamente, a causa del troppo rumore, tra il 1962 ed il 1964, venne trasferita nel luogo in cui si trova ora, in totale stato di abbandono.
Per diversi anni è stato una discoteca all’avanguardia e molto ben frequentata, ma poi, per via delle sue dimensioni ridotte e della sua posizione sperduta nel nulla, già nei primi anni ’70, fu costretta a chiudere.
Progettata dal celebre architetto Filippo Monti di Faenza, l’architettura della discoteca Woodpecker è molto singolare: una collina artificiale ad anello custodisce al suo interno un piccolo laghetto e diverse passerelle che formano alcune ‘isole’, su una delle quali si erge una maxi cupola in vetroresina. Da molti anni si parla di progetti vari di ristrutturazione, ma mai nulla di concreto è stato fatto…[/multipage]
[multipage]Luoghi abbandonati in Emilia Romagna: Villa Magnoni
Immagine FOTO DI RAPALLO 80, licenza CC senza modifiche
Infine, nella ridente e solare terra di Romagna, si nasconde un altro luogo abbandonato e misterioso: si tratta di Villa Magnoni. Custodita in una fitta boscaglia, nella provincia di Ferrara, precisamente a Cona, vanta una fama sinistra, la sua storia è pervasa da leggende e storie maledette. Per lungo tempo l’edificio è stato al centro di numerose trattative per la vendita, ma nessuno mai osò acquistarla.
Attualmente sembra essere di proprietà dell’Università di Ferrara, la quale avrebbe dovuto occuparsi della ristrutturazione e della creazione di un centro di aggregazione culturale, tuttavia sinora non è mai stato fatto nulla e Villa Magnoni versa in condizioni sempre di maggior degrado.
Ma qual è il mistero che si nasconde tra le mura stanche di questo inquietante luogo abbandonato dell’Emilia Romagna? Le maledizione di Villa Magnoni affonda le sue radici negli anni ’80: un giorno 4 ragazzini di Ferrara si avvicinarono alla Villa, incuriositi dal suo aspetto decadente, e decisero di introdursi all’interno. Improvvisamente, mentre stavano esplorando le stanze dal sapore sinistro, sentirono delle voci, si avvicinarono alla provenienza dei suoni e si trovarono dinanzi a una vecchia signora che li insultò ferocemente. I ragazzi scapparono rapidamente e non seppero mai se quella signora fosse ‘vera’ o soltanto un fantasma. Subito dopo la fuga però, tre di loro morirono in un grave incidente stradale. Il quarto raccontò la vicenda di quella strana anziana alla Polizia e poi di lui non si seppe più nulla.
Poco dopo il Comune fece murare tutte le finestre di Villa Magnoni, tranne quella da cui i ragazzi videro la vecchia signora, poiché era irraggiungibile: il pavimento era totalmente crollato. Molti fotografi e curiosi di storia maledette e luoghi abbandonati sono tornati negli anni a visitare Villa Magnoni e tanti riferiscono di aver udito risate agghiaccianti e ombre scure passare dalla finestra maledetta. Nessuno, a oggi, ha mai scoperto la verità su quella anziana donna.[/multipage]
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