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Italia, in questa regione sbuca un patrimonio dell’Antica Roma: ignorato per secoli

Un anno che si preannuncia molto fortunato per la ricerca archeologica questo 2023. Questa volta a venire alla luce è un patrimonio dell’Antica Roma, rintracciato in questa bella regione italiana.

Quartiere romano sepolto nelle Marche – viaggi.nanopress.it

Un nuovo colpo messo a segno nella ricostruzione della vita nell’Antica Roma. Ignorato per secoli è stato scoperto poche settimane fa. Il nostro territorio non smette davvero di stupirci con incredibili nuovi ritrovamenti di epoca romana. Una scoperta pregevole non solo per il territorio in cui si trova, ma anche per l’utilizzo di una tecnologia particolare che ne ha permesso il rilevamento.

Un patrimonio dell’Antica Roma si trova in questa regione

L’autore di questa inaspettata scoperta si chiama Paolo Storchi ed è docente nel Dipartimento di Beni Culturali dell’Università di Bologna.

In suo aiuto l’utilizzo di una tecnologia ben nota a molti di noi: Google Earth. Per chi non ne fosse informato, si tratta di un software che come suggerisce il nome è di proprietà dell’azienda informatica omonima, in grado di generare immagini virtuali della Terra grazie ad immagini satellitari. A loro volta queste immagini derivano da fotografie, dati topografici e rilevamenti contenuti all’interno di quella che è nota come Geographic Information System.

Patrimonio dell’Antica Roma – viaggi.nanopress.it

Ebbene Storchi nell’analizzare i rilevamenti del software, ha rilevato la presenza nientemeno di un quartiere romano sepolto. Dove? Nel comune di Falerone, nelle Marche.

Il quartiere nascosto nel Falerio Picenus

Falerone è un piccolo comune di poco più di 3000 abitanti, noto però per il Parco Archeologico chiamato Falerio Picenus.

Sostanzialmente si tratta di un’area archeologica molto importante all’interno del quale sono contenuti i resti dell’antica città omonima. Attualmente della sua composizione conosciamo l’antico teatro, in grado di contenere 1600 persone, un anfiteatro datato attorno al I secolo d.C. ed alcuni resti di edifici pubblici, religiosi e privati di antica epoca romana.

Un sito quello di Falerio Picenus davvero antichissimo, basti pensare che gli scavi in questa area iniziarono nel lontano 1777 grazie a Papa Pio VI. La scoperta ora di un quartiere romano di cui si ignorava l’esistenza, getta una nuova luce su di un’area che già nel 2021 era oggetto di un progetto di valorizzazione tra il Comune di Falerone, l’Università di Bologna e i Beni Culturali delle Marche.

Un patrimonio dell’Antica Roma, come è avvenuta la scoperta

Come può Google Earth aver fatto emergere qualcosa di cui si ignorava l’esistenza?

La risposta è presto detta. Ad insospettire il professor Storchi principalmente quelle che nell’ambito di una materia molto complessa che è la topografia, vengono chiamate crop marks.

Si tratta in parole povere di anomalie del suolo visibili dalla superficie che si manifestano essenzialmente tramite una crescita differenziata delle piante sul terreno. Questo è da imputare alla composizione del suolo. Nel caso di questa area archeologica appare evidente che le radici delle piante cresciute sopra il quartiere si siano seccate ad un certo punto non trovando più un terreno adatto.

Falerio Picenus, cosa accadrà nell’area archeologica?

Le immagini sono tuttora visibili dagli utenti tramite l’utilizzo di Google Earth. Storchi monitorava infatti da tempo l’area proprio nell’ambito del progetto di valorizzazione che la vede protagonista.

Partiranno dunque a breve le indagini sul sito, iniziando da rilievi geofisici. Gli esperti hanno già provato a delineare una sorta di planimetria della zona, cercando di individuarne la composizione degli edifici. Una ricerca che però richiede molto tempo e soprattutto rilievi di tipo più invasivo.

Quartiere romano a Falerione – viaggi.nanopress.it

Le operazioni verranno coordinate sempre dal professor Storchi e quindi con il coinvolgimento dell’Università di Bologna, in tandem con la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio che appartiene alle province non solo di Fermo, ma anche Ascoli Piceno e Macerata.

Il teatro presente nell’area archeologica è considerato uno di quelli meglio conservati nell’intero territorio delle Marche. Il parco è visitabile previa prenotazione telefonica. I dettagli sono disponibili direttamente sul sito del Comune di Falerone.

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