Martedì 29 ottobre 2013 è stato inaugurato a Istanbul il tunnel ferroviario sul Bosforo, che collegherà la parte europea della metropoli turca con quella asiatica. Finalmente è venuto alla luce un progetto di cui si parla da ben 150 anni. Istanbul è l’unica città al mondo ad avere un territorio che si estende su due continenti: tocca entrambe le sponde dello stretto che collega Europa e Asia, e unisce il Mar Nero al Mar di Marmara.
Per via della sua straordinaria posizione strategica, cuore pulsante delle rotte tra oriente e occidente, il canale è costantemente molto trafficato da navi provenienti da paesi dell’est, quali Russia, Bulgaria, Romania, Georgia e Ucraina.
Il nuovo tunnel sul Bosforo è stato progettato per contribuire allo sviluppo dell’importante traffico commerciale che si estende dalla Cina sino all’Europa occidentale, tuttavia il suo scopo primo è quello di alleggerire drasticamente la congestione sul canale, sino ad oggi supportata dagli altri due ponti esistenti. Inoltre il tunnel fa parte di un più ampio progetto, intitolato ‘Marmaray’, che prevede un miglioramento della rete metropolitana e la costruzione di ben 76 chilometri di linee ferroviarie!
I numeri vincenti del nuovo tunnel sono: un costo di 3 miliardi, una lunghezza di 13,6 chilometri, una parte sommersa a 60 metri sotto il livello del mare e una struttura progettata per resistere ai terremoti più potenti.
Nonostante l’inaugurazione ufficiale sia avvenuta ieri, per un primo periodo non sarà pienamente operativo, la parte operante sarà infatti piuttosto limitata. E’ ragionevole ritenere che l’apertura ufficiale sia stata anticipata per farla coincidere con la celebrazione dei novanta anni della nascita della Repubblica turca, istituita nel 1923, dopo l’abolizione del sultanato.
Alla cerimonia ha presenziato anche il primo ministro del Giappone, Shinzo Abe, in considerazione del fatto che la Banca giapponese è la principale finanziatrice del progetto con 735 milioni di euro.
La realizzazione di questo importante tunnel ferroviario è stata lunga e complicata, i lavori infatti sarebbero dovuti terminare nel 2009, tuttavia sono stati rallentati fortemente per via di alcune difficoltà tecniche e per il ritrovamento di numerosi reperti archeologici: 40 mila oggetti in totale, tra cui i resti di 30 navi bizantine.
Ma per fortuna, d’ora in poi, Europa e Asia saranno più vicini.
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