Un dolore struggente quello che una giovane coppia ha dovuto vivere la scorsa estate. Di quelli con cui è difficile fare i conti e sicuramente impossibili da dimenticare. Una sofferenza che ha voluto condividere con il mare. A lui come a un confidente, come a un amico caro, ha voluto affidare i suoi pensieri.
Una scelta catartica nella speranza, forse, di alleggerire un peso troppo grande da portare da soli. I due, marito e moglie di 30 anni, hanno scritto una lettera e l’hanno affidata al loro amico: il mare. Un messaggio riposto in una bottiglia nel quale hanno ripercorso un pezzetto della loro vita e l’atroce dolore che li aveva visti protagonisti.
A ritrovare quel biglietto, nei pressi dell’isola di Ischia, è stata una donna alla guida dello spazzamare dell’associazione Hester che si premura di tenere pulite le acque. La preziosa bottiglia è finita insieme agli altri rifiuti, finchè non è stato chiaro che il suo contenuto era prezioso: una tragica vicenda che ha avuto come protagonista una coppia che aveva deciso di condividere con il mare, al quale, solo 72 ore prima del ritrovamento, aveva affidato quel biglietto.
La prima riga della lettera ha reso subito il senso del contenuto estremamente toccante: “Caro piccolissimo angioletto nostro”, hanno scritto i due autori, proseguendo con la ricostruzione della nascita del loro amore, il seguente matrimonio e il coronamento del sogno di diventare genitori… svanito all’improvviso. “Non volevamo lasciarti andare via – La Repubblica ne riporta uno stralcio -, il 7 giugno l’ultima ecografia: ti abbiamo visto piccolo ma con tanta voglia di vivere. Il 12 decidiamo che è il momento di salutarti, eccoti: sei bellissimo, hai i miei piedini e le manine di papà. Non potrai conoscere il mare, ma da oggi il mare conoscerà un po’ di te, perdonaci”.
Ed è proprio a lui che hanno affidato il loro dolore, perché sapesse, perché condividesse e conoscesse, per quanto possibile, il loro bambino mai nato. Un messaggio struggente e commovente al tempo stesso che ha toccato profondamente anche chi lo ha recuperato e che ha, però, ritenuto che appartenesse proprio al mare e che ad esso andava restituito. E così è stato. L’associazione Hester ha, in modo del tutto eccezionale, deciso che quella bottiglia e il suo contenuto andavano restituiti al suo destinatario e, pertanto, l’ha rigettata in mare…
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