Incredibile scoperta in Italia vede riaffiorare da un passato lontanissimo orme di dinosauro. Il ritrovamento è avvenuto per puro caso grazie all’osservazione di un professore in pensione.
Che le più grandi scoperte avvengano spesso per caso, è cosa oramai risaputa. E così, seguendo la scia di questa assodata verità, ecco che inaspettatamente dagli scogli di Bari arriva la notizia del ritrovamento di cinque impronte che sembrano proprio raccontarci una storia vecchia almeno 70 milioni di anni fa.
Del ritrovamento, avvenuto anni fa, si ritorna a parlare grazie al racconto di un geologo e professore in pensione, Vincenzo Colonna, un uomo di 88 anni che oggi è una figura importante nella pro loco di Santo Spirito.
Siamo a Bari, in una delle spiagge più frequentate dai bagnanti e dai turisti. In località Santo Spirito si trovava per caso anche lo studioso ormai in pensione Vincenzo Colonna, un ex professore di geologia dell’Università di Bari.
Dal momento in cui, possiamo immaginarlo, a un occhio attento non sfugge mai niente, Colonna si è ben presto accorto di una anomalia sugli scogli della nota spiaggia. Sulla pietra, infatti, sembravano riaffiorare delle orme, alcune non perfettamente definite, ma tutte dall’aspetto simile a quello di una zampa di un grosso animale.
Secondo i successivi studi più approfonditi, le impronte sbucate fuori dai pressi della spiaggia Vugghio apparterrebbero a esemplari di anchilosauri.
Gli anchilosauri erano un gruppo di dinosauri appartenenti all’ordine degli animali corazzati vissuti durante il periodo Cretaceo, circa 70-65 milioni di anni fa. Il nome “anchilosauro” deriva dal greco e rimanda alle caratteristiche di questo animale simile a una grande lucertola appesantita da una solida e massiccia corazza.
Questi grandi animali erano infatti protetti da una particolare armatura naturale che ricopriva loro dalla testa fino alla coda. Nonostante fosse un animale non particolarmente veloce, la sua corporatura gli permetteva di difendersi perfettamente anche dai predatori più pericolosi e di tenere testa anche a esemplari come il Tirannosauro.
Questo dinosauro-carro armato era un erbivoro che amava nutrirsi principalmente di piante basse, capace di sradicare persino gli alberi grazie alla forza della sua coda. Alcuni individui di anchilosauro potevano raggiungere dimensioni notevoli, superando i 6 metri di lunghezza e pesando diverse tonnellate.
Oggi questi maestosi esemplari tornano a far parlare di sé grazie al ritrovamento delle loro impronte, cinque per la precisione, delle quali in alcune si riescono a distinguere persino le dita.
A dire del professor Colonna, la scoperta è stata resa possibile grazie all’antica conformazione geologica pugliese dell’era del Cretaceo. In quest’epoca, infatti, la regione presentava un territorio lagunare caratterizzato da bassi fondali e frammenti calcarei.
La Puglia costituiva quindi una zona di passaggio nella quale i dinosauri arrivavano alla ricerca di cibo. Con l’avanzare dei secoli, quello stesso terreno fragile si è poi compattato, intrappolando per sempre le impronte dei dinosauri visibili ancora oggi a distanza di millenni.
Tuttavia non sarebbe la prima volta che in Puglia avvengano ritrovamenti del genere. Già in passato, nel 2013 nello specifico, alcune orme di dinosauro erano venute fuori dai pressi del Parco Naturale Regionale di Lama Balice.
Al 2005, invece, risale la scoperta di tracce di dinosauro nell’area di Molfetta. Autore del ritrovamento fu allora uno studente di Scienze Geologiche che avvistò per puro caso le impronte in località San Leonardo.
Infine, anche nei dintorni della Cava Pontrelli di Altamura sono stati ritrovati segni del passaggio di questi antichi e maestosi esemplari.
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