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Curiosità dal mondo

In Italia è illegale ma in Germania no: puoi farlo senza essere punito dalla legge

In Italia è illegale, ma lo stesso non si può dire per la Germania e per altri paesi europei. Di che si tratta? Scopriamolo.

In Italia è illegale – viaggi.nanopress.it

Un detto dice che “tutto il mondo è paese”, come ad indicare che spesso condividiamo diverse e numerose usanze, che seppure con le note barriere linguistiche, ci rendono più vicini di quanto crediamo. Eppure non è proprio così, soprattutto se parliamo di legislazione. Ogni paese ha regole e leggi diverse. Come quello di cui parliamo oggi, che siamo certi, vi lascerà davvero senza parole.

In Italia è illegale, ma non in Germania: di che si tratta?

Sappiamo bene ad esempio, quantomeno a grandi linee quali sono i diversi reati che nel nostro paese prevedono pene. E che possono andare dal mero pagamento di una multa in denaro, al rischio di vera e propria detenzione in carcere.

Un annoso problema del nostro paese è anche la lungaggine burocratica della giustizia, e i numerosi cavilli legali legati ai precedenti e alle diverse interpretazioni delle sentenze. In generale diciamo che in tutta Europa esistono reati considerati punibili per legge con il carcere. Come ovviamente il furto, la truffa, manco a dirlo l’omicidio.

Quello che però in molti non sanno è quello che succede dopo la condanna, ovvero quando la pena diventa definitiva e si finisce in carcere. E se in carcere non ci si rimanesse? A riportare a galla questo tema è un recente articolo condiviso dalla rivista online Grunge.com e ripreso da diverse testate, che ha lasciato davvero sbalorditi molti di noi. Soprattutto perché porta di nuovo alla luce una legge che risale addirittura a fine 1800.

In Italia è illegale, ma in Germania e così in altri paesi non lo è affatto. Di che si tratta? Dell’evasione dal carcere!

Evadere dal carcere in Germania, si può?

Sì, avete letto bene. Se nel nostro paese la sola idea di sottrarsi alla prigionia significa aggiungere anni alla pena da scontare, non vale per la Germania a quanto pare. Come è possibile? Secondo Grunge e secondo anche la legge che prescrive questo, il cavillo starebbe nell’idea di come si intende la natura umana.

Ovvero che per indole l’uomo debba necessariamente tendere alla libertà e così fa. Ricercandola dunque anche in situazioni di cattività come quella del carcere forzato.

E non solo la Germania, ma anche altri paesi come Messico, Belgio, Austria, riconoscono questi insindacabile diritto dell’uomo. Tutto ciò è reso possibile da una legge che risale al 1880 ed emanata direttamente dal Reichstag, ovvero l’organo legislativo dell’Impero tedesco. Tramite questo provvedimento, venne infatti reso ufficiale il diritto all’auto liberazione e dunque la possibilità se desiderato, di tentare la fuga una volta in prigione.

Un giudice della Corte Suprema Messicana addirittura in una sentenza dichiarò che il desiderio di libertà è innato nell’uomo, dunque la fuga non si può considerare un crimine. In soldoni la questione è semplice: se in questi paesi si dovesse evadere dal carcere, ovviamente le autorità sono tenute al recupero del galeotto, ma il tentativo di fuga non comporterebbe un peggioramento della pena, cosa molto diversa in Italia, dove si rischiano sei mesi o anche di più aggiuntivi di detenzione.

Evadere dal carcere – viaggi.nanopress.it

Attenzione però, perché non è così semplice. Diciamo che i condannati sono liberi di tentare l’evasione, ma ben sapendo che esistono una serie di cavilli in cui potrebbero incappare e sui quali non si chiude assolutamente un occhio. Innanzitutto la fuga potrebbe comportare la rinuncia alla futura concessione della libertà condizionale. E occhio alle modalità: fuggire con i vestiti forniti dal carcere è considerato furto, così come molti degli espedienti che si potrebbero attuare per la “riuscita del piano”: dunque corrompere un ufficiale, rubare una vettura, arrecare danni alla struttura, minacciare gli impiegati, sono tutti reati che al momento della nuova cattura, verrebbero sommati alla pena precedente.

Insomma, diritto alla ricerca della libertà sì, eppure non è così semplice come si crede.  E siamo certi in pochi avrebbero voglia di tentare.

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