Il piccolo borgo sicialiano dove regna la tranquillità e che racconta una storia ricca di dominazioni tra le quali spicca quella araba.
Uno tra i piccoli e numerosi borghi della Sicilia, racconta storie di popoli arrivati da lontano e che hanno lasciato una traccia indelebile. Tutto ha avuto inizio nel lontanissimo 827, periodo in cui la Sicilia divenne prima fenicia, poi greca, quindi romana e infine araba.
Per due secoli, fino al 1091, l’isola prosperò sia dal punto di vista economico che commerciale che amministrativo. Chi la occupò fece costruire moltissimi edifici, alcuni dei quali si possono ammirare ancora oggi. Uno dei borghi da visitare per ritornare indietro nel tempo è Sambuca di Sicilia.
Si presnta in tutta la sua lunga storia nel territorio di Agrigento. Fondata dagli arabi, inizialmente era conosciuta con il nome di Zabuth. La pianta urbanistica ricorda quella di una cittadina islamica con i suoi numerosi viali e l’immancabile castello.
Il fortino di Mazzallakkar risale all’830 intorno al quale si sviluppò, in seguito, il piccolo borgo, oggi, entrato a far parte di diritto tra i Borghi più belli d’Italia. La fortezza è stata in uso fino ad un’ottantina di anni fa, adesso, purtroppo, è sommersa per gran parte dalle acque di un bacino artificiale, il lago Arancio.
Il borgo ppresenta, comunque, molti edifici di grande interesse storico e che mostrano le varie dominazioni che si sono susseguite nei secoli. Il maniero, nonostante sia oramai visibile solo in parte, ricorda perfettamente il passato arabo di Sambuca.
Altri edifici di culto permettono ai visitatori di passeggiare tra le varie epoche storiche di questo luogo che sembra uscire da un libro. Il Santuario di Maria Santissima dell’Udienza in stile barocco e la Chiesa di Santa Caterina, richiamano la dominazione cristiana.
Luoghi avvolti da un’atosfera unica anche se fortemente segnati dal tempo. Poi, ci sono gli antichi Palazzi Nobiliari che si incontrano passeggiando tra i “setti vaneddi” o i vicoli saraceni. Vie che raccontano l’evoluzione storica e politica del borgo che oggi conta poco più di 5mila anime.
Palazzo Panittieri, è l’edificio più conosciuto. Offre cultura, archeologia e enogastronomia, un connubio di mille sapori che impreziosiscono ancora di più questa terra magica. E il giardino che lo avvolge di colori e profumi delle tipiche coltivazioni mediterranee.
Il nome del borgo richiama il sambuco, una pianta conosciuta fina dall’antichità ed apprezzata per i suoi molteplici effetti benefici sull’organismo. E’ un’ipotesi, ma è utile per comprendere quanto il territorio di Sambuca sia ricco di prodotti come le olive di Nocellara del Belice DOP, il Vastedda, un formaggio che richiama la caciotta, della Valle de Belice DOP e il Sambuca di Sicilia DOC.
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