Il Bosco delle Fate è uno di quei sentieri trekking da attraversare una volta nella vita. Seppure si tratti di un cammino non particolarmente lungo, tutto il percorso è intriso di spiritualità e bellezza.
Camminare nel bel mezzo della natura per molti è una vera e propria terapia. Non c’è nulla che possa riuscire a liberare la nostra mente più di una bella passeggiata nei boschi, in silenzio e lentamente.
Ci sono poi luoghi dove fare trekking si trasforma in un’esperienza quasi mistica grazie al fascino non solo dei sentieri, ma anche di tutto ciò che si incontra lungo il percorso.
É questo il caso del Bosco delle Fate, un luogo magico che si è pienamente meritato questo appellativo e attorno al quale ruotano storie e leggende.
Ci troviamo in Toscana, nel cuore del Parco delle Foreste Casentinesi. É qui che si trova uno dei percorsi trekking più suggestivi e interessanti della Regione. La meta finale del viaggio è il complesso del Santuario della Verna, un luogo sul quale aleggia una spiritualità unica, presente anche lungo tutto l’itinerario immerso totalmente nella foresta.
Il trekking al Bosco delle Fate si snoda su un percorso circolare che ha inizio e fine a Chiusi della Verna, in provincia di Arezzo. Si tratta di un cammino di un’ora e mezza circa, percorribile tutto l’anno e adatto per lo più ai camminatori abituati a dislivelli e a piccole fatiche. Anche i più piccoli possono affrontare, con un po’ di pazienza, questo breve cammino.
Si dice che le fitte foreste che circondano Chiusi della Verna erano un tempo abitate dai briganti che vivevano grazie alle continue rapine ai danni dei poveri viaggiatori che attraversavano gli Appennini.
Laverna non a caso era per gli antichi popoli la dea protettrice dei ladri; per questo i briganti che si nascondevano nella vegetazione offrivano in dono parte del bottino alla dea.
Secondo i racconti, i territori di Chiusi della Verna furono per molto tempo considerati pericolosi. Fino a quando il signore del paese, il Conte Orlando, decise di convocare Francesco d’Assisi in persona per mettere fine a quella storia di furti e rapine con una sola parola: pace.
Da allora la foresta e il suo circondario divenne uno dei luoghi principali della cristianità tanto che, secondo le leggende popolari persino il Diavolo, stufo della tanta bontà di Francesco, diede un calcio a una roccia dando vita al crepaccio che oggi prende il nome di Calcio del Diavolo.
Chiusi di La Verna è oramai conosciuto per essere il punto di partenza di quest’escursione ristoratrice. Una volta attraversato il paese, si giunge al bivio dove si biforcano i due sentieri che portano al Santuario. Quello che bisogna imboccare per attraversare il Bosco delle Fate è il numero 51.
Questo sentiero si snoda tra la vegetazione lussureggiante della foresta, tra alberi imponenti, grotte nascoste dal muschio e radici.
Passo dopo passo si sarà sempre accompagnati dalla luce che si infiltra tra le fronde fitte degli alberi creando giochi luminosi affascinanti e dall’aspetto incantato. É proprio per questo che questo posto si chiama Bosco delle Fate, perché qui tutto sembra essere frutto di magie e incantesimi.
Dopo circa 30 minuti di cammino si arriva finalmente al Santuario della Verna. Si tratta di un complesso religioso che vale la pena visitare, dove tutto è impregnato di sacralità e spiritualità. Qui si trovano infatti alcuni oggetti appartenuti a Francesco d’Assisi, il quale si dice che proprio in questo Santuario ricevette le sue stimmate un paio d’anni prima che morisse.
Dopo la visita del Santuario si può tornare indietro prendendo questa volta il sentiero numero 50, più breve e facile del precedente. Nonostante non sia selvaggio come il 51, anche questo percorso lastricato è molto interessante. É da qui infatti che passavano un tempo i pellegrini diretti al Santuario.
Prima di intraprendere il cammino è necessario munirsi di tutto l’occorrente per affrontare in tranquillità questa breve escursione. Scarpe da trekking e abbigliamento comodo, preferibilmente a strati, sono sempre consigliati.
All’interno del proprio zainetto poi è utile portare qualche snack, acqua e una giacca nell’eventualità che faccia fresco. Tutti possono affrontare questo viaggio spirituale verso il santuario, anche i bambini: basta armarsi di buona volontà e, se serve, tanta pazienza.
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