Che l’Italia abbia a disposizione un autentico patrimonio di piccoli luoghi di autentica bellezza è cosa nota. Ad esempio questo borgo pittoresco da non perdere, è in questa bellissima regione italiana. Oggi vi raccontiamo quale.
Esiste sin dal 2001 un’associazione privata nota come “I borghi più belli d’Italia”. La sua missione è fin dalla fondazione promuovere e salvaguardare piccoli comuni, frazioni, borghi, che nonostante il grande valore storico e culturale magari non sono assidua tappa turistica. Attualmente ne fanno parte 325 luoghi. Il borgo di cui parliamo oggi ne fa parte da diversi anni. Sapete in quale regione italiana si trova?
Con la primavera alle porte è una delle regioni più adatte per programmare un lungo weekend o delle mini gite fuori porta. La ricchezza del suo territorio, in termini di luoghi di interesse storico, ma anche per la varietà faunistica e floreale, la pongono sul podio delle regioni da scoprire e riscoprire.
Parliamo del bellissimo Abruzzo, un concentrato di borghi antichissimi che conservano intatte atmosfere d’altri tempi, come quello di cui parliamo oggi. Nel cuore della regione, e una delle porte di accesso del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, si trova il caratteristico Santo Stefano di Sessanio.
A 1250 metri sul livello del mare, Santo Stefano di Sessanio è un autentico tesoro nel cuore della zona del Gran Sasso. Qualità pregevole è l’aver mantenuto inalterata la struttura ed architettura di origine medievale. Questo lo rende un luogo capace di portare chi lo visita letteralmente indietro nel tempo.
La storia del borgo è antichissima e risale al XIV secolo. La sua fortuna si deve alla famiglia de Medici che grazie al commercio della sua celebre lana Carfagna, lo trasformò in un importante centro economico. Difatti la presenza della famiglia De Medici è tuttora percepibile in ogni angolo della cittadina.
Suo simbolo è senza dubbio la Torre Medicea, nata per gli avvistamenti e dalla famiglia omonima restaurata. La sua sfortuna più grande fu quella del terremoto del 2009 che la fece crollare quasi completamente. Ad oggi è stata però interamente ricostruita. L’atmosfera medievale è tutta nel centro storico, al quale si accede attraverso la porta medicea, che reca il simbolo della famiglia.
L’appellativo di borgo più bello d’Italia non è casuale. Santo Stefano di Sessanio è uno spettacolare nucleo di antiche abitazioni e piccole vie costruiti in rocca calcarea bianca, ricca di botteghe artigiane, ed antiche abitazioni adibite all’accoglienza turistica.
Due sono i luoghi simbolo che non si possono non visitare una volta sul luogo. Il primo è la maestosa Chiesa di Santo Stefano Martire. Al suo interno è composta di tre navate decorate con tele del ‘700. Vittima di un terremoto nel 1703 è stata poi ricostruita per intero.
Merita una visita anche il Palazzo del Capitano, fortezza in pietra dal caratteristico stile gotico. Fu voluta dalla famiglia De Medici come residenza signorile.
Naturalmente un borgo così immerso nel magnifico panorama dell’Abruzzo non può non trovarsi vicino a siti di grande interesse naturalistico. Oltre al laghetto di Santo Stefano, nelle immediate vicinanze è possibile visitare il percorso naturalistico di Rocca Calascio ed è possibile anche utilizzare il percorso sciistico per l’Ippovia del Gran Sasso.
Afflitto da un graduale declino nel corso degli anni, il borgo ha rischiato quasi di scomparire sia per l’abbandono della popolazione, che per il sempre più scarso traffico turistico. Ad occuparsi della sua riqualificazione è stato però l’imprenditore Daniele Kihlgren.
Innamoratosi della bellezza d’altri tempi delle sue stradine e per l’atmosfera immutata, Kihlgren ha deciso di acquistare alcune delle abitazioni abbandonate. Non solo, le ha ristrutturate e trasformate in alloggi turistici e botteghe artigianali.
Ad oggi è possibile visitare il borgo e pernottare nel “Sextantio Santo Stefano di Sessanio”. Qui ogni luogo ha mantenuto l’architettura e l’arredamento antico, vi sembrerà quindi di vivere nel medioevo, ma con i comfort di una struttura curata in ogni suo particolare.
Per conservare l’estetica genuina si è fatto ricorso anche a materiali conservati nei musei. Persino i luoghi dedicati alla ristorazione, come la “locanda sotto gli archi”, è un omaggio nei minimi particolari alle tradizione dell’organizzazione domestica.
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