I viaggi spaziali danneggiano il nostro corpo, ecco in che modo lo fanno e quale potrebbe essere una possibile soluzione.
Cosa sostiene questo studio recente, in base al quale alcuni viaggi spaziali potrebbero creare danni anche permanenti al nostro corpo.
Dopo le strane macchie apparse su Marte che sembrano dei ragni, torniamo a parlare di Universo e in particolare di viaggi spaziali. In tanti si sono chiesti se gli austronauti resisterebbero a un viaggio di andata e a uno di ritorno per e da Marte e così sono fioccati gli articoli scientifici che cercano di rispondere a questa domanda. Sono stati anche riportati degli studi più o meno recenti che considerano la possibilità che i viaggi spaziali danneggino il corpo umano e non solo quello umano.
In particolare, si è svolta una ricerca che ha visto la partecipazione dell’University College London. Gli esperimenti si sono condotti sia sugli esseri umani che su topi e ratti. Si sono presi in considerazioni i dati relazionati con gli astronauti e le astronaute che hanno partecipato a missioni spaziali, che naturalmente non sono mai arrivati su Marte ma che si sono mantenuti in orbita terrestre bassa. Gli animali, invece, sarebbero stati esposti a delle radiazioni, i cui livelli sono molto simili a quelli a cui gli astronauti si esporrebbero se conducessero una missione per la durata di circa due anni su Marte.
Dai risultati è emerso che i reni degli esseri umani, ma anche quelli dei topo, sarebbero cambiati come conseguenza del viaggio. Si sarebbe modificata, in particolare, la capacità dei reni di processare le sostanze saline e si sarebbero formati dei calcoli renali. I topi, che a differenza degli esseri umani sono stati esposti alle radiazioni, hanno subito dei danni permanenti. Addirittura, gli scienziati hanno dichiarato che, se gli esperimenti condotti hanno riportato a dei risultati reali, un astronauta potrebbe riuscire a ad arrivare su Marte, ma al suo ritorno potrebbe aver bisogno della dialisi.
Ma come si risolve questo problema che va ovviamente affrontato? In base a quanto sostengono gli esperti, si dovrebbero sviluppare dei farmaci capaci di proteggere questi organi dalla quantità di radiazioni presenti nello Spazio. Tra l’altro, lo sviluppo di tali farmaci potrebbe rivelarsi utile anche per le persone sulla terra. Come ad esempio i malati oncologici che, quando fanno radioterapia, espongono anche loro i reni alle radiazioni, che possono danneggiarli. Ovviamente ancora è tutto da vedersi, ma questi studi sono sicuramente dei passi avanti che possono aiutare a prevenire problemi sia sulla Terra che al di fuori.
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