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America

I segreti di New York, quello che non sai sulla città

New York è una città enorme con una storia molto particolare. Oggi ti raccontiamo alcuni dei suoi segreti e no, non c’entrano i coccodrilli.

East River – viaggi.nanopress.it

Visitare la Grande Mela è il sogno di tutti quelli che hanno visto almeno una volta nella vita le serie TV ambientate in questa città. Una città che, come tutte le grandi metropoli, esercita il suo fascino a 360 gradi. E come tutte le grandi città nasconde anche tanti piccoli segreti che forse neanche i suoi stessi cittadini conoscono davvero. Se vuoi guardare con occhi diversi la città di New York ecco alcune cose che probabilmente non sai dei suoi luoghi più iconici e riconoscibili.

New York e la legge che nessuno rispetta

Per chi si muove a piedi, passeggiando sui marciapiedi di New York, quello che arriva in continuazione alle orecchie è il rumore del traffico. Le auto di qualunque forma e dimensione, gli immancabili taxi, i mezzi pubblici e quelli per le emergenze che corrono portandosi dietro anche il loro rumore. E oltre alle sirene delle ambulanze e dei vigili del fuoco c’è un rumore che nessuno potrebbe dire di non aver mai sentito almeno una volta: i clacson delle automobili.

Il traffico – viaggi.nanopress.it

Ma si tratta di una gigantesca infrazione alle norme sulla circolazione che vigono proprio nella città. Nel Noise Code disponibile sul sito del Dipartimento per la protezione ambientale della città è scritto a chiare lettere che non si dovrebbe usare il clacson se non in caso di pericolo imminente. E non è neanche una regola inserita da poco: semplicemente, è una regola che le forze dell’ordine locali non riescono a far rispettare.

L’isola venduta e lo spicchio di proprietà

In una città come New York lo spazio è forse la valuta più importante. Possedere un appartamento o comunque un proprio spazio può diventare estremamente costoso. Ma non è sempre stato così. Nel 1975 una delle isolette all’interno dello East River, South Brother Island, fu venduta, per l’equivalente di neanche 60 euro di oggi, ad una compagnia con sede a Long Island e che si occupava di materiali da costruzione e ghiaia. La proprietà non si è mai trasformata in nulla e alla fine, nel 2007, la città di New York ha acquistato tutta l’isola per 2 milioni di dollari.

Se questa storia ti sembra strana quella della proprietà della Hess Estate ti sembrerà ancora più assurda. Tutto comincia nel 1910 quando si doveva lavorare nel Greenwich Village per dare vita alle linee della metropolitana. Nella zona destinata ai lavori si trovava anche una palazzina di cinque piani di proprietà di David Hess.

Il Comune si trovò però a non avere bisogno di tutto lo spazio e lasciò alla proprietà un triangolino che misurava circa 30 cm quadrati. Anni dopo la fine dei lavori, lo stesso Comune chiese agli eredi di David Hess di cedere la proprietà al bene pubblico ma nessuno ha mai ceduto e adesso sul marciapiede è ancora visibile il triangolo di proprietà con un mosaico che chiarisce che si tratta di una proprietà privata.

Mele e ostriche

La città di New York è conosciuta con diversi soprannomi e tra questi c’è la Grande Mela. Ma ti sei mai chiesto perché si chiama così? Non ha niente a che vedere con la forma assunta dalla città ma è merito di John J. Fitz Gerald che negli Anni Venti scriveva per il Morning Telegraph. Fitz Gerald si trovò a parlare dell’ippodromo di New York chiamandolo La Grande Mela dell’industria di New York.

L’appellativo Grande Mela si rifà, secondo la tradizione linguistica dell’epoca, al fatto di essere il rappresentante più importante di una determinata categoria e l’oggetto del desiderio di molti. L’idea primigenia è ovviamente quella della mela d’oro del mito greco. Dal circuito dedicato ai cavalli l’appellativo Grande Mela è poi passato a indicare tutta la città. Una città che è stata letteralmente costruita anche con tonnellate di ostriche.

Perché prima che l’inquinamento si mangiasse tutto quello che c’era nei fiumi e nel mare su cui affaccia New York, le ostriche erano di uso comune. E un utilizzo dei gusci molto particolare era quello di frantumarli e bruciarli in modo tale da poter poi riutilizzare il materiale ottenuto per la pavimentazione stradale e anche come legante aggiuntivo del calcestruzzo utilizzato nelle costruzioni. Uno degli esempi di architettura a base di ostriche è Trinity Church.

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