Vi siete mai chiesti quali sono le policy per i dipendenti delle compagnie aree quando sono troppo stanchi per mettersi alla cloche?
Le lunghe tratte in aereo, soprattutto quelle intercontinentali, possono essere sfiancanti per il jet-lag sia per i passeggeri, sia per i piloti. Vi siete mai chiesti quali sono le policy per i dipendenti delle compagnie aree quando sono troppo stanchi per mettersi alla cloche? Per rispondere a questa domanda ci hanno pensato una coppia di giornaliste d’inchiesta del Washington Post, Hannah Sampson e Natalie B. Compton, che partendo da un caso di cronaca internazionale, hanno contattato diverse compagnie aeree per domandare loro quali sono le prassi per permettere ai piloti di riposarsi.
Il risultato è un’indagine che mostra come le compagnie, low cost e non, applichino misure più o meno rigide nei confronti dei loro dipendenti, con rischi sul riposo che possono sfociare anche in rischi per la sicurezza dei passeggeri stessi.
A gennaio 2024 un aereo di linea di compagnia indonesiana è finito fuori rotta per 30 minuti con 153 passeggeri a bordo. A causare questo imprevisto sarebbe stato lo sfinimento di pilota e copilota, che si sarebbero addormentati durante il volo, per poi riuscire a riprendere la rotta e atterrare a Jakarta. Questo evento ha convinto le autorità dell’aviazione indonesiana ad avviare un’indagine un mese dopo su come le compagnie aeree gestiscano i voli notturni. Anche le giornaliste del Wp hanno provato a rispondere a questa domanda, scoprendo che in realtà c’è una sorta di “protocollo standard” tra le società del traffico aereo, ma non tutte le applicano allo stesso modo.
Per esempio, stando a quanto raccontato da Patrick Smith, pilota che gestisce il blog Ask the Pilot, la maggior parte delle compagnie aeree prevede la presenza in cabina di almeno tre piloti: due di loro devono rimanere svegli e vigili, mentre il terno può riposarsi. Ci sono poi compagnie che preferiscono avere quattro piloti, in modo tale che i cambi vengano dati con turnazioni di due alla volta.
Per quanto riguarda invece la presenza di letti o alloggi, in genere se ci sono vengono riservati in prima classe, ma non è appannaggio di tutte le compagnie. Per esempio un portavoce della Southwest Airlines, la più grande compagnia di voli low cost, ha ammesso che nell’equipaggio non è permesso fare pisolini.
In realtà i cosiddetti “controlled rest” (letteralmente, riposo controllato) sono disciplinati eccomi dalle normative nazionali, ma solo per tratte di breve durata. Per esempio il riposo controllato è generalmente consentito nell’Unione Europea, ma solo se accanto al pilota che decide di riposarsi ce n’è un altro che rimane sveglio. Gli assistenti di volo, inoltre, sono tenuti a chiamare al comando dell’aereo più volte e a distanza di pochi minuti con il sistema di comunicazione interno entrambi i piloti. In poche parole: non è ammissibile che un aereo rimanga sprovvisto di pilota. Questo vale per qualsiasi compagnia aerea, anche se le linee guida generali prevedono la presenza di tre piloti, dove uno può in casi d’urgenza sostituire uno degli altri due e dare il cambio.
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