Una classifica ci svela quali sono i ponti più alti d’Italia. Alcuni di questi rientrano anche nelle classifiche europee e mondiali. Ecco dove si trovano.
Che il nostro sia un Paese ricco di storia, cultura e bellezze naturali non c’è ormai nessun dubbio. Che custodisca opere architettoniche e ingegneristiche straordinarie, pure. Da nord a sud dello Stivale, si stima che esistano circa un milione e mezzo di ponti che si innalzano verso il cielo collegando luoghi altrimenti irraggiungibili e attraversando vallate e corsi d’acqua.
A questo proposito, sulla base degli ultimi dati aggiornati in termini di altezza, è stata stilata una classifica dei ponti più alti d’Italia di cui vi mostreremo le prime cinque posizioni.
I ponti non sono solo passaggi tramite il quale spostarsi da un posto a un altro in maniera più rapida e comoda possibile. Sono infatti anche infrastrutture straordinarie che spesso e volentieri si dimostrano essere veri capolavori dell’ingegneria, progetti di viabilità ambiziosi destinati a durare nel tempo. In questa classifica, ecco i 5 ponti più alti d’Italia, in ordine decrescente.
Ci troviamo nella frazione di Caralte, a Perarolo di Cadore in Veneto. Proprio qui nel 1985 veniva inaugurato quello che è oggi il quinto ponte italiano più alto.
Con i suoi 184 metri d’altezza, il ponte si trova al di sopra di una profonda gola all’interno della quale scorre il fiume Piave. Non a caso, infatti, quest’opera è anche nota come viadotto Piave.
La sua costruzione ha risolto il problema della viabilità verso Centro Cadore in quanto, prima del ponte, era necessario oltrepassare la gola attraverso una vecchia strada non proprio lineare. Con la sua lunghezza di campata di 255 metri e i suoi tre viadotti è anche il secondo ponte su strada statale più alto del Paese.
A un passo dal podio, troviamo il Viadotto Sente a Belmonte del Sannio, in Molise. Quest’opera segna il confine tra Abruzzo e Molise ed è stato inaugurato nel 1977.
Nonostante le sue dimensioni lo rendano uno dei monumenti strutturali più importanti d’Europa (è alto 185 metri e lungo 1.200 metri), dal 2018 pare sia chiuso per mancanza di fondi da destinare alla sua manutenzione.
Alla sua storia è legata anche la triste vicenda di Francesco Paolo Longo, un operario che perse la vita durante i lavori di costruzione. É proprio alla sua memoria che è stato intitolato il viadotto nel 2011.
Nel 1978 Silvano Zorzi e Sabatino Procaccia vedevano realizzarsi finalmente uno dei progetti più importanti della loro carriera da ingegneri. Il Viadotto Platano, con i suoi 220 metri d’altezza, è non solo il più alto della Campania, ma si aggiudica anche la terza posizione nella classifica dei ponti più alti d’Italia.
Si trova a Romagnano al Monte, ed è stato progettato con il sistema ad arco portale spingente.
Per scoprire quale struttura si aggiudica la medaglia d’argento è necessario spostarsi in Calabria, precisamente a Bagnara Calabra. Il Viadotto Sfalassà, conosciuto anche come Ponte di Bagnara, è stato progettato anch’esso dagli ingegneri Silvano Zorzi e Sabatino Procaccia insieme a Luciano Leonardo. Alto ben 250 metri, vanta diversi record. É infatti:
É ancora in Calabria che si trova un altro ponte dei record, questa volta il più alto d’Italia che, guarda caso, prende proprio il nome del nostro Paese. Questo progetto in località Laino Borgo porta la firma degli ingegneri Fabrizio de Miranda, Carmelo Pellegrino Gallo e Carlo Castelli Guidi i quali hanno assistito al suo completamento nel 1969.
É alto 259 metri e lungo 1.161 metri, numeri che hanno fatto sì che il ponte si aggiudicasse il titolo di secondo ponte più alto d’Europa. Il Viadotto Italia ha infatti detenuto il primato fino al 2004, quando a superarlo ci ha pensato il viadotto francese di Millau.
Nel 2015 fu lo scenario di una terribile tragedia. Durante dei lavori, una delle campate della carreggiata sud crollò, causando la morte di un operaio. A seguito dell’incidente il viadotto fu chiuso e riaperto al traffico solo nel luglio del 2016.
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