Hanno invaso le acque del Mediterraneo da parecchio tempo, ora gli studiosi cercano soluzioni per limitarne la diffusione.
L’estate del 2023 è stata spesso accompagnata da notizie sul granchio blu, considerato pericoloso da molti per la biodiversità dei nostri mari e molto buono da chef che hanno deciso di inserirlo nei loro menù.
Sembra che una tra le aree più colpite per la nidificazione sia Orbetello. La sua laguna già stava soffrendo, l’arrivo del granchio blu ha peggiorato la situazione. La loro crescita è arrivata a numeri preoccupanti e mette sempre più a rischio il delicato equilibrio marino.
Si nutrono prevalentemente di cozze, vongole, anguille e pesci piccoli. I danni, al momento non si possono ancora stimare. Ma saranno importanti sia dal punto di vista ambientale che economico.
Il 7 agosto scorso il Consiglio dei Ministri aveva autorizzato una spesa di 2.9 milioni di euro per arginare l’emergenza. E sembrerebbe che la questione principale sia da far risalire alla mancanza di un predatore nelle acque del Mar Mediterraneo.
Il granchio blu, nel suo ecosistema di origine non fa danni e non miete vittime, perché controllato dall’ecosistema stesso. Nel Mediterraneo non è così. Qui è completamente libero di mangiare, vivere ovunque e riprodursi.
E’ arrivato, molto probabilmente, trasportato dalle acque di zavorra delle navi. Si è ritrovato in un ambiente nuovo, ma sembra essersi ben adattato. Oramai è presente lungo tutte le coste italiane.
E’ diventato un fenomeno molto diffuso che, secondo gli esperti, va arginato. Si potrebbe pensare di introdurre nelle acque un predatore. Ma, secondo alcuni esperti, l’unica strada percorribile è quella di trovare un equilibrio.
Per il momento i granchi blu vengono pescati e spediti all’estero, in particolare in America dove è considerato un alimento prelibato. E il numero degli esemplari pescati è in aumento per il fatto che i pescatori si sono attrezzati con reti adatte alla pesca di questo crostaceo.
E, sempre secondo alcuni studiosi, la causa per cui questo granchio prolifica nel Mediterraneo non sarebbe da attribuire al cambiamento climatico. Del resto nei nostri mari ci sono altre specie aliene di cui, però, si parla molto poco.
Come per esempio, il pesce palla, o, nel mare del Libano e di Cipro si sono trovati il pesce scorpione e il pesce coniglio molto aggressivi. Secondo alcuni la soluzione migliore è iniziare a mangiarli.
Cosa che, per altro, alcuni chef, anche stellati, hanno iniziato a fare. Un esempio è quello della chef Chiara Pavan che, nel suo ristorante sull’isoletta della laguna veneta, Mazzorbo, presenta nel menù una ricetta dove il granchio blu è l’ingrediente principe, portata anche nel corso di una puntata di Masterchef 2024.
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