Alla scoperta di questo quartiere eclettico e variopinto, vera goduria estetica.
Nel cuore di Roma, nel quartiere Trieste, a pochi km dal centro storico, si trova una delle zone più caratteristiche della città. Stiamo parlando del quartiere Coppedè, un complesso di 26 edifici e 17 villini che rappresentano un angolo di Roma dai tratti inaspettati e bizzarri, un fantastico mix di Art Nouveau, Art Déco, con contaminazioni di stili architettonici più svariati; dal greco, gotico, barocco e perfino medievale.
Entrare a Coppedé è come regalarsi un’avventura in un piccolo mondo antico in una città altrettanto affascinante e misteriosa. Perché questo piccolo angolo a poca distanza dalla sfarzosa Parioli, nasconde leggende e controversie interessanti, che contribuiscono a donarle fascino e suggestione che ancora incantano tantissimi visitatori.
L’ingresso a Coppedé è già di per sé uno spettacolo. Mettervi piede sarà come addentrarsi in un mondo segreto: un arco riccamente decorato, che collega i due palazzi degli ambasciatori, da cui scende un grande lampadario in ferro battuto, definisce l’ingresso al quartiere progettato e realizzato tra il 1915 e il 1927 dall’eclettico architetto Gino Coppedè, da cui prende il nome questa zona di Roma.
L’insieme degli edifici è un incredibile sintesi, armonica ed equilibrata, di linguaggi architettonici che immergono il visitatore nella sontuosa atmosfera dei primi del ‘900. Il fulcro del quartiere si articola attorno a piazza Mincio, dove lo spazio centrale è occupato dalla Fontana delle Rane, imponente fontana popolata appunto da 12 rane. Già da qui, la simbologia ha un valore preciso nella narrazione urbanistica: le prime 4 rane sono sorrette da una conchiglia molto decorata, mentre al centro c’è un’altra vasca su cui spiccano 8 esemplari più piccoli.
Oltre alla particolarità di questa fontana, la piazza è circondata da edifici di diverse forme e dimensioni. I due edifici più importanti, decorati in modo fiabesco ed eclettico sono Palazzo del Ragno e la Casa delle Fate. Ogni edificio, in questo complesso quartiere, sembra avere una sua storia, una sua concezione architettonica, che si fonde col contesto pur avviando una sua narrazione: come se ogni casa o villino avesse una sua anima e dialogasse, con la sua storia, all’interno del quartiere Coppedé.
Il Palazzo del ragno prende questo nome dal ragno posto sulla finestra della porta principale al centro della sua tela, dorata su fondo nero. L’edificio è molto elaborato e forse il ragno, proprio perché operoso nel tessere tele, viene raffigurato per indicare l’opera laboriosa dell’architetto che lo realizzò. La facciata è caratterizzata da archi sormontati da un prospetto di chiara ispirazione assiro-babilonese.
La Casa delle fate invece è caratterizzata da una totale asimmetria, con archi e fregi medievali realizzati con la fusione di materiali diversi, come marmo, travertino, terracotta, vetro e rappresenta un omaggio alle tre città più importanti in Italia: Roma, Firenze e Venezia. Questa residenza rappresenta metaforicamente, e nelle scelte architettoniche, quasi un inno, un elogio alla storia italiana.
Passeggiando per le strade è davvero difficile rimanere indifferenti: il quartiere unisce diversi stili architettonici in modo armonioso. Dai cupi elementi neogotici sopra descritti, allo stile medievale delle torrette, dai dipinti barocchi alle colonne tipicamente classiche. Insomma, un territorio davvero ricco di fascino e di attrazioni. Vale davvero la pena visitare questo quartiere lontano dai soliti percorsi turistici.
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