Una tomba di 3200 anni fa ricompare in seguito a degli scavi archeologici. Ciò che nasconde al suo interno è qualcosa di cui gli esperti non sanno ancora darsi spiegazioni.
Una scoperta che ha senza alcun dubbio un tocco di romanticismo, ma anche di mistero è quella nella quale un team di archeologi polacchi e armeni si è di recente imbattuto.
Il lavoro dei ricercatori è senz’altro sempre entusiasmante, specie quando porta al ritrovamento di preziose iscrizioni, oggetti del passato e pezzi importanti di storia.
Ma quando il frutto delle proprie fatiche è il rinvenimento piuttosto raro di una coppia di scheletri, le cose diventano ancora più emozionanti e tutto si tinge di giallo.
Una coppia di giovani ragazzi, presumibilmente un uomo e una donna di non più di 40 anni a testa, sono stati ritrovati in una sepoltura doppia per condividere il loro ultimo viaggio insieme.
Un’immagine commovente, certo, ma che ha spinto gli archeologi ad iniziare sin da subito a chiedersi il motivo di questa sepoltura condivisa e il perché della loro morte avvenuta per entrambi esattamente nello stesso momento.
Merito del ritrovamento è della squadra di esperti guidata dal professore Krzysztof Jakubiak della Facoltà di Archeologia dell’Università di Varsavia con la collaborazione del Centro di archeologia mediterranea dell’Università di Varsavia e del Dipartimento di antichità e protezione del patrimonio nazionale dell’Armenia.
La tomba di coppia è stata ritrovata in Armenia, a Metsamor, uno dei siti archeologici più famosi del Paese. La sepoltura custodiva i due scheletri all’interno di camere scavate nel terreno dove i ricercatori hanno anche ritrovato un letto funerario in legno.
Il motivo della morte dei due innamorati non è ancora noto, ma tutto fa pensare che sia questa sia avvenuta contemporaneamente.
Infatti, a dire degli esperti, non ci sono elementi che farebbero supporre una seconda riapertura della tomba. La sepoltura sembrerebbe risalire alla tarda età del bronzo, tra il 1300 e il 1200 avanti Cristo, quando in Egitto regnava il faraone Ramesse II il grande.
La necropoli di Metsamor è caratterizzata dalla presenza di molte tombe a forma di tumuli e ricoperte di terra.
I corpi dei due defunti erano circondati da oggetti preziosi e di valore. Tra questi, gli archeologi hanno riportato alla luce centinaia di perline, pendenti e ciondoli in oro (forse appartenenti ad alcune collane) maioliche non locali, ma importate e una dozzina di vasi in ceramica ben conservati.
Nessuno nel corso del tempo avrebbe mai saccheggiato o danneggiato la tomba. Quest’ultima infatti si è presentata agli occhi dei ricercatori in buono stato di conservazione.
Gli scheletri non sembrano inoltre aver subito alcun tipo di violenza. Le loro ossa infatti sono perfettamente integre e prive di segni che potrebbero far supporre ciò.
Tra le ipotesi fin ora avanzate dagli esperti per quanto riguarda il motivo del decesso ci sono avvelenamento da cibo oppure soffocamento da monossido di carbonio. Più inverosimile è invece la teoria secondo cui la coppia si sarebbe ammalata della stessa malattia e sarebbe morta nello stesso istante.
Gli studi su Metsamor e sulla sua popolazione indicano questo insediamento come piuttosto grande. Si pensa che durante il periodo di massimo splendore occupasse più di 10 ettari e che fosse circondato da mura di cinta ciclopiche.
Nei secoli successivi la cittadella fu ampliata, raggiunse i 100 ettari e fu circondata da templi e santuari. Secondo le ricerche, sarebbe stata abitata almeno fino al XVII secolo.
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