Un piccolo tesoro è stato scoperto sui fondali della Baia di Napoli. Un’antica struttura che risale all’epoca tardo romana trovata solo di recente a causa di bradisismi che hanno modificato l’assetto geologico del territorio.
I movimenti sismici sono stati causa di sprofondamento di parte della città, tra cui anche antiche e lussuose ville romane, in una delle quali è stato rinvenuto un’opera estremamente preziosa che è stato ritenuto dagli esperti, risalire a oltre 2mila anni fa.
Gli archeologi ritengono che il rinvenimento fosse parte di una villa situata nell’Area Archeologica sommersa di Baia e precisamente a Portus Julius, lo stesso commissionato nel 37 avanti Cristo da Marco Vespasiano Agrippa durante la guerra civile tra Ottaviano e Sesto Pompeo.
È in questo contesto che è stato trovato un antico mosaico con un motivo di onde circondate da bordi di tessere rosa e nere su uno sfondo bianco. Proprio per quanto rappresentato su di esso gli è stato dato il nome di ‘mosaico delle onde’. Una struttura in marmo composto da numerose tessere, alcune mancanti, altre danneggiate, che gli archeologi stanno cercando di riparare anche ricorrendo a malta colorata per riuscire a trovare i colori più rispondenti a quelli originali.
Ma il mosaico è oggetto di studio e gli archeologi ritengono sia stato realizzato con tasselli provenienti da altri pavimenti e pareti. Si tratterebbe di un’opera realizzata reimpiegando materiale di ‘scarto’. Ritengono, inoltre che si trovasse a decorazione del patio di una villa romana posizionata sul mare, in una tra le zone più pregevoli di Baia e che sia stato posato verso la fine dell’Impero Romano.
La zona in cui è stato fatto il ritrovamento rientra nel Parco Archeologico dei Campi Flegrei, istituito nel 2007, tra Capri e Ischia. Un sito di pregio che viene raggiunto per visite sottomarine e in superficie nel quale continuano scoperte. L’impegno degli archeologi nell’area è costante anche al fine di preservare i reperti dalla flora e la fauna marina.
In questo impegno è venuto alla luce anche il pregiato mosaico, le cui lastre sono state recuperate in cassette e poste in grandi vasche di acqua dolce per eliminare i sali dell’acqua marina. Il lavoro prosegue per studiare le singole lastre e cercare di ricomporre la struttura nella sua interezza. Si tratta di un intervento lungo e delicato che necessita di tempo.
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