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Emilia, il terremoto lascia senza acqua né gas. E Monti viene contestato

Terremoto in Emilia Romagna, Finale Emilia

Il premier Monti si è recato nel paese di Sant’Agostino, uno dei paesi più colpiti dal violento terremoto in Emilia del 20 maggio 2012. Immediate le reazioni di un gruppo di abitanti che lo hanno accolto con fischi e grida di disapprovazione. Gli sfollati sono accolti nelle tendopoli allestite dalla Protezione Civile, ma a causa della rottura delle tubature, gli impianti di acqua e gas hanno smesso di funzionare.

Dopo essere giunto a Ferrara, Monti ha raggiunto Sant’Agostino insieme al presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, al capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, e al questore di Ferrara, Luigi Mauriello. La contestazione è avvenuta proprio di fronte al municipio del paese, uno degli edifici simbolo del tremendo sisma, con lo squarcio che ne ha devastato la facciata. Un gruppo di abitanti gli ha rivolto buu e fischi. La protesta è rivolta alla recente disposizione che il governo ha emesso sui danni derivanti dalle calamità naturali: la legge, non ancora operativa, non prevede risarcimenti da parte dello stato. E proprio su questa preoccupazione, in aggiunta alle tasse e all’IMU, che i cittadini di Sant’Agostino hanno voluto far sentire la loro voce.

Monti ha dichiarato che verrà proclamato lo stato d’emergenza dalla Protezione Civile, e ha lodato l’efficienza della regione nell’affrontare la tragedia. In seguito ha incontrato i familiari degli operai morti a causa del crollo dei cantieri dove lavoravano. Oltre alla tragedia delle vittime, si piange il probabile rischio che molti perdano il proprio posto di lavoro a causa dei danni in vari stabilimenti industriali: Confindustria parla del 70% delle aziende che hanno interrotto la produzione, con 5.000 dipendenti inattivi.

Intanto gli sfollati vengono ricoverati nei centri assistenza allestiti dalla Protezione Civile. Ma da molte parti c’è stata l’interruzione della fornitura di acqua e gas a causa di tubazioni danneggiate dal sisma. A tutto questo si aggiunge l’inclemenza del maltempo, che ha abbassato di molto le temperature. Le tendopoli sono state provviste di coperte per affrontare il freddo. Molti invece hanno deciso di passare la notte nella propria auto, anche per poter vigilare sulle proprie case e salvaguardarle dalle incursioni degli sciacalli.

Ricordiamo che il terremoto ha causato 7 morti e una cinquantina di feriti. Il numero di sfollati è di quasi 5.000 persone. Ingenti sono stati i danni alle strutture, che non hanno risparmiato il patrimonio artistico delle cittadine, tra cui molte chiese: da Finale Emilia, il paesino vicino al quale è stato individuato l’epicentro, a Crevalcore, fino a Sant’Agostino, la città più danneggiata. Alle prime scosse di maggiore intensità è seguito uno sciame sismico con oltre 200 scosse di assestamento.

GUARDA LA FOTO GALLERY DELLA SCOSSA DI TERREMOTO IN EMILIA

Foto: AP/LaPresse

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