Il fascino delle scoperte archeologiche non finisce mai di stupirci, soprattutto quando ci portano alla luce antichi tesori del passato. E questo è proprio ciò che è successo recentemente in Egitto: è qui che è emerso un nuovo vaso di un Dio egizio.
Questo antichissimo vaso è stato ritrovato con all’interno qualcosa di completamente inaspettato e sorprendente. In questo articolo esploreremo il contenuto del vaso egizio tolemaico e le reazioni suscitate dalla sua scoperta, tra sostanze psicotrope e fluidi organici umani usati per antichi rituali religiosi dedicati a Bes. Scopriamo insieme questa affascinante storia.
L’Egitto antico è da sempre fonte di grande fascino e mistero per gli studiosi e appassionati del passato. Le sue scoperte archeologiche hanno portato alla luce tesori unici al mondo, che ancora oggi ci stupiscono per la loro bellezza e importanza storica.
Tra le numerose scoperte fatte in Egitto, una delle più recenti riguarda il ritrovamento di un vaso egizio tolemaico risalente al II secolo a.C.. Contenente qualcosa di completamente inatteso. Questa importante scoperta ha sollevato molte domande tra gli esperti dell’antico Egitto circa i rituali dedicati al dio Bes.
Il dio Bes era una divinità molto popolare nell’antico Egitto, venerata come protettore contro le forze del male e della sfortuna. Grazie alle analisi scientifiche compiute dai ricercatori. È stato possibile comprendere meglio come questa divinità fosse venerata dagli antichi Egizi nella vita quotidiana. In particolare, la ricerca ha rivelato l’utilizzo di sostanze psicotrope all’interno dei rituali dedicati al dio Bes.
Tracce di piante tradizionalmente note per avere effetti psichedelici sono state identificate nel contenuto del vaso egizio tolemaico. La presenza di fluidi organici umani suggerisce il coinvolgimento diretto degli esseri umani nei rituali religiosi.
Questo importante studio interdisciplinare ci permette quindi di approfondire ancora meglio la conoscenza delle antiche pratiche religiose degli Egizi.
Il nuovo ritrovamento archeologico di un vaso egizio ha lasciato senza parole gli studiosi. Ciò che hanno trovato all’interno del vaso è davvero sorprendente e alucinante: sostanze psicotrope e fluidi organici umani.
Lo studio interdisciplinare condotto dal team di Davide Tanasi, Branko van Oppen de Ruiter, Fiorella Florian e Radmila Pavlovic. Utilizzando tecniche avanzate come la proteomica, la metabolomica e la microspettroscopia infrarossa trasformata di Fourier. Questa basata sulla potenza di sincrotrone (SR µ-FTIR) ha rivelato residui organici all’interno del contenuto del vaso Bes rituale egizio risalente al II secolo a.C.
Inoltre, sono emerse tracce di Peganum harmala, Nimphaea nouchali var. caerulea, e liquido a base di frutta fermentata. Il tutto misto ad altri ingredienti come miele o pappa reale. La presenza di composti chimici specifici come alcaloidi e flavonoidi suggerisce l’uso psicoattivo dei contenuti durante pratiche ritualistiche antiche.
Ciò che rende ancora più incredibile questo scoperta è l’identificazione dei residui organici umani all’interno del vaso. Il coinvolgimento diretto dell’uomo in questi rituali è una testimonianza della profonda credenza nella spiritualità degli Egizi antichi.
La scoperta apre nuove porte alla comprensione delle antiche pratiche religiose. Ed evidenzia l’enorme influenza che i ritualisti hanno avuto sulla vita quotidiana degli antichi Egizi.
Emerso un nuovo vaso di un Dio egizio, e quello che hanno trovato all’interno è assurdo. La scoperta del contenuto del vaso ha svelato informazioni sorprendenti sulle pratiche rituali dell’antico Egitto.
Il vaso Bes rituale egizio risale al II secolo a.C., ed è stato oggetto di indagini approfondite attraverso tecniche interdisciplinari innovative.
Lo studio ha rivelato la presenza di sostanze psicotrope. Queste piante erano tradizionalmente utilizzate per le proprietà psicoattive e medicinali nelle antiche pratiche rituali.
L’individuazione dei fluidi organici umani suggerisce il loro coinvolgimento diretto in questi riti religiosi. L’identificazione di composti chimici specifici come gli alcaloidi e i flavonoidi fornisce informazioni preziose sui possibili usi terapeutici delle piante nell’antichità.
La figura rappresentata sul vaso appartiene alla divinità protettrice Bes dell’antica religione egizia. Le sue smorfie buffe erano spesso dipinte su oggetti domestici come testiere o vasellame per cosmetici. Sappiamo ora che queste figure erano parte integrante delle pratiche religiose dell’antico Egitto.
Si spera che ulteriori ricerche su questo argomento possano essere condotte in futuro. Al fine di approfondire la conoscenza su queste affascinanti tradizioni antiche. Questa scoperta ci ricorda l’importanza della conservazione dei reperti archeologici per poter continuare a imparare dalla storia del nostro mondo.
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