È stata fatta un’incredibile scoperta che riscrive completamente la storia dell’antico Egitto, in particolare di una tecnica usata dagli egiziani.
Quando viene fuori l’argomento della mummificazione, la nostra mente va immediatamente ai faraoni e all’antico Egitto.
E giustamente, poiché gli egiziani erano veri pionieri ed esperti nell’arte di preservare i defunti. Hanno tramandato i segreti di questo intricato processo principalmente attraverso la tradizione orale.
Fino a poco tempo fa eravamo a conoscenza solo di due testi che approfondivano questo argomento.
Tuttavia, ora è emerso un terzo testo: un manuale completo sulla mummificazione che si trova all’interno di un papiro medico.
Questo particolare papiro è noto come papiro Louvre-Carlsberg, dal nome della proprietà congiunta tra il museo del Louvre in Francia e la Fondazione Carlsberg in Danimarca.
Lungo oltre sei metri, questo papiro risale al 1450 a.C. circa. Ciò lo rende circa 1.000 anni più vecchio degli altri due manoscritti sulla mummificazione.
Questo testo non è pensato per i principianti nel campo, ma serve piuttosto come aggiornamento per coloro che già conoscono la tecnica di mummificazione.
In pratica, approfondisce le specifiche di alcune procedure. Questi includono la preparazione di unguenti e l’uso di vari tipi di bende.
Una procedura degna di nota descritta è la mummificazione del volto, che prevede l’utilizzo di sostanze derivate da piante aromatiche.
Queste sostanze vengono poi cotte in un liquido e applicate su panni di lino rosso. Questi panni vengono poi posti sul volto della futura mummia.
Sofie Schiødt, l’egittologa che ha esaminato il papiro, considera questo processo uno dei dettagli più intriganti del manuale.
Fino a ora, abbiamo sempre creduto che il processo di mummificazione nell’antico Egitto riguardasse la conservazione del defunto.
Invece, una recente scoperta ha cambiato completamente il concetto. Quindi, andiamo a vedere tutti i dettagli.
Negli annali della storia, è stato ampiamente creduto e ribadito più volte che la mummificazione veniva principalmente effettuata per migliorare la conservazione del corpo del defunto dentro la tomba.
Ma ecco che si scopre che questo intricato rituale di sepoltura aveva uno scopo completamente diverso: purificare e guidare l’anima defunta nel suo sacro viaggio verso il regno divino.
I ricercatori dell’Università di Manchester, che sono anche i curatori della mostra “Mummie d’oro d’Egitto”, sostengono totalmente la tesi originale.
Gli studiosi hanno incolpato gli archeologi vittoriani di un malinteso di lunga data. Questi archeologi credevano erroneamente che le mummie fossero utilizzate esclusivamente per preservare il corpo del defunto, proprio come le persone conservano il pesce salandolo per il consumo futuro.
Questo malinteso è durato per secoli, ma ora finalmente lo hanno totalmente spiegato.
La sostanza che usavano per la mummificazione non era sale, come si potrebbe supporre. Invece, si tratta di natron, che si trova un po’ ovunque, specialmente intorno ai laghi vicino al Nilo.
Gli studiosi inglesi si sono insospettiti quando hanno scoperto l’incenso usato nei rituali di mummificazione.
Secondo la storia cristiana, i Magi presentarono al bambino Gesù tre doni: incenso, mirra e oro. Ciò ha portato alla convinzione che l’incenso servisse sia come dono che come simbolo di riverenza per gli dei nell’antico Egitto.
Insomma, dopo millenni, una nuova luce è stata data al processo di mummificazione.
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