S’è avvicinato alla costa provocando grande stupore e anche emozione. Una specie del genere non è facile da vedere nelle acque italiane.
È successo ad agosto scorso nel golfo di Trieste che un uomo ha visto in mare qualcosa di davvero grande. In breve ha capito di trovarsi di fronte a uno squalo, precisamente a uno squalo volpe. Una specie a rischio che difficilmente raggiunge le nostre coste, visto che è tropicale e ha bisogno di vivere in un particolare habitat.
Un uomo si trovava nei pressi della boa oceanografica Paloma quando ha visto affiorare sull’acqua l’esemplare di notevoli dimensioni. Tra spavento e sorpresa ha pensato subito di immortalare il momento con il suo cellulare e inviare foto e video ai responsabili dell’area Marina di Miramare. Una volta analizzate per gli esperti è stato evidente che l’uomo si fosse trovato di fronte a un esemplare di Squalo Volpe.
Sono stati gli studiosi a voler chiarire la natura di quell’incontro diffondendo in merito notizie sui social. Intanto hanno specificato che si tratta di una specie tropicale che, in alcune occasioni, migra per raggiungere altri mari e, come accaduto, può raggiungere anche le coste italiane. Nel caso di specie l’Adriatico.
La sua presenza è un indicatore della buona salute delle acque, anche se rappresenta al tempo stesso un segnale allarmante. La loro presenza nei nostri mari, Mediterraneo compreso, così come la presenza degli altri squali preoccupano, in quando sono a rischio estinzione. Nello specifico, gli esemplari di squalo volpe, negli ultimi 50 anni, sono diminuiti dell’ottanta per cento, in quanto minacciati dalla pesca accidentale.
Come tutti gli squali, anche il volpe, spaventa, vuoi anche solo per le notevoli dimensioni. In realtà non si tratta di una specie pericolosa per l’uomo. Non si hanno notizie di attacchi a persone da parte di questi esemplari, per quanto resta la necessità di fare attenzione visto che hanno denti aguzzi e una coda che spesso è grande quanto il corpo dell’animale che rappresenta un’arma spaventosa.
Singolare l’origine del nome di questo squalo. Bisogna, infatti, tornare indietro nel tempo, in particolare ad Aristotele che nel suo libro ‘Historia Animalia’ nel quale sottolinea la furbizia di questi animali che per proteggere i propri piccoli dai predatori li ingoiano temporaneamente, oltre a mordere le lenze per riuscire a fuggire. Per questo da Aristotele nasce per questi esemplari il nome di ‘Alopex’ dal greco ‘volpe’.
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