Un ritrovamento davvero particolare. Scoperta casualmente sotto le dune di una spiaggia, di che si tratta? Ve lo sveliamo noi.
Una scoperta già definita come in grado di cambiare la storia. Un altro importante ritrovamento archeologico, avvenuto in maniera del tutto inaspettata. In questo 2023, in tutto il mondo sono stati numerosi i traguardi in questo ambito. Nel mondo, ma sopratutto nel nostro paese, che in quanto a siti storici ha davvero molto ancora da regalare. Vediamo questa volta di che si tratta e dove ci troviamo.
Per raccontare questa storia molto interessante per il mondo dell’archeologia, dobbiamo viaggiare fino alla bella Sicilia. Qui si trova un’area archeologica davvero incredibile, che è il parco di Selinunte.
Selinunte dal greco Selinùs era anticamente una città appartenente alla zona della provincia di Trapani. La sua fondazione sotto il dominio di Megara Hyblea, risale al 650 a.C tra le valli del Belice e del Modione. Da questa città nacque poi nel 570 a.C il sito di Heraclea Minoa. Fu una città che soprattutto nel VI e V secolo a.C. visse il suo periodo di massimo splendore. Complice l’essere una delle colonie greche più importanti e ricche della Sicilia.
Una storia la sua, profondamente legata anche ai Cartaginesi. Attualmente l’area dove si trovava la città è un Parco Archeologico, considerato il più esteso d’Europa. I suoi resti fanno parte del territorio di Castelvetrano e vi sono stati individuati alcuni templi e costruzioni secondarie.
Quanto rinvenuto negli anni nell’area è ora custodito per la maggioranza nel museo nazionale archeologico di Palermo. A parte l’Efebo di Selinunte, che invece si trova nel museo di Castelvetrano. Il parco archeologico è stato istituito per volontà della regione Sicilia nel 2013 e si estende per 270 ettari. Internamente vi si rintracciano diverse aree. La collina Gàggera che si trova ad ovest e le appartiene il santuario Malophòros. C’è poi centrale l’acropoli costituita di templi e fortificazioni. La collina Manuzza, la collina orientale ed infine le Necropoli.
Si accede al parco o dal lato est presso Marinella di Selinunte o da ovest presso la frazione Triscinia di Selinunte incontrando subito il santuario della Malophòros. In questi giorni il parco è di nuovo al centro della scena per qualcosa scoperta casualmente sotto le dune.
Gli archeologi hanno rintracciato una struttura di lunghezza di 15 metri.
Quattro filari di blocchi alti in tutto ben 1,80 metri, questo è quanto comunicato direttamente dagli archeologi intervenuti. Una scoperta che come molto spesso succede, è avvenuta in maniera del tutto casuale. Molto vicino a quella che forse era un darsena, a pochi metri dalla riva.
Le prime ipotesi su cosa potesse essere sono iniziate immediatamente. Secondo gli esperti, questa misteriosa struttura avrebbe potuto far pare di uno dei porti della colonia di Megara iblea. Una costruzione davvero incredibile, dove si sarebbero svolti diversi traffici commerciali.
Secondo le prime ricostruzioni, nonostante non ci siano evidenze scritte di questa costruzione in quanto ritrovato fino ad ora di Selinunte, sembra fosse una struttura di incredibile imponenza, che forse è scomparsa sotto le dune per via dell’acqua.
Potrebbe essere stata una struttura utilizzata per contenere il fiume o anche una darsena utilizzata per le barche, forse collegata in qualche modo alle fornaci. Il team di archeologi intervenuto, in ogni caso è incredibilmente entusiasta. Si tratta di una scoperta che modifica molto la storia a noi arrivata sull’antica Selinunte. Insieme a quanto ritrovato dell’antica Segesta, gli storici ritengono ci sia ancora molto da scoprire per ricostruire la storia di come avvenivano scambi culturali ed economici in quell’epoca.
Si potrebbe addirittura riscrivere la topografia intera di Selinunte. Sicuramente gli scavi proseguiranno per cercare di individuare anche altro. Il presidente della regione Sicilia, Renato Schifani, si è congratulato con l’equipe. In una dichiarazione alla stampa ha parlato di grande orgoglio e di incredibile responsabilità verso la storia. Questa per Schifani è senza dubbio una opportunità incredibile di scoprire cose nuove su questa antica costruzione. E di restituirla nelle mani delle generazioni future.
Poche settimane fa, nel Parco Archeologico di Segesta in una zona a sud, gli archeologi hanno ritrovato un altare che si pensa essere di epoca ellenistica. Una struttura notevole che raffigura anche due bucrani coronati con ghirlande incise di fiori e frutta. Dei reperti ritrovati conservati ottimamente. Secondo gli esperti forse facenti parte di un antico altare.
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