Città italiana con i maggior rincari: a svelarlo è la classifica dell’Unione Nazionale dei Consumatori che ha stilato una lista delle città più interessate dagli aumenti.
Dopo il biennio della pandemia e la guerra in Ucraina, l’anno che doveva essere quello della ripresa si è invece trasformato in quello dell’inflazione. Vivere è diventato costoso, soprattutto nelle città di Ravenna (dove l’inflazione è pari al +13,9%), Bologna (+13,2%) e Bolzano (+12,3%).
Ma a calcare ancora di più la mano sul costo della vita sono le bollette i cui prezzi sono saliti alle stelle.
L’Unione Nazionale dei Consumatori ha condotto di recente uno studio nel quale sono stati analizzati i dati su 80 città italiane per quanto riguarda l’impatto che i rincari stanno avendo su ogni località dello Stivale.
L’immagine che ne è venuta fuori è un Italia spaccata in due, dove al Centro e al Nord si soffre per l’aumento sulle bollette, mentre al Sud per quello sui prodotti alimentari.
I maggiori rialzi, quindi, si sono registrati nei settori di luce e gas, cibo e bevande.
Solo a ottobre, secondo gli studi, il costo di energia elettrica e gas è salito a +135%, una vera e propria stangata per ogni famiglia italiana che ha visto un aumento di circa 1.820 euro in più per le spese in bolletta.
I prezzi dei prodotti alimentari, invece, sono cresciuti del 13,5% interessando in particolare le città di Macerata, Cosenza, Catania e Ravenna.
I rincari e i prezzi alle stelle sono oramai gli argomenti all’ordine del giorno. Per di più gli ultimi arrivi delle bollette hanno ancora di più aumentato il dramma di ogni famiglia italiana che deve affrontare i costi di energia elettrica e gas sempre più salati.
L’Associazione Nazionale Consumatori, sulla base di dati Istat, ha quindi stilato due classifiche: una con le città che hanno registrato i maggiori rincari, e un’altra dove quest’ultimi hanno impattato meno.
Secondo le ricerche dell’Unione dei Consumatori, tra le prime città più interessate all’aumento dei prezzi di luce e gas in bolletta troviamo al primo posto Perugia, con il +163,8%, seguita da Terni (+160,7%) e Teramo (152,2%).
Con la presenza di ben due città che hanno registrato un rincaro superiore al 160% rispetto allo stesso periodo (ottobre) del 2021, l’Umbria si aggiudica la maglia nera come regione più toccata dal caro prezzi.
Nella classifica fino alla decima posizione sono tuttavia presenti anche Bologna, con un’impennata del 151,7%, Lodi e Alessandria (+151,2% e +151%), Massa Carrara che ha registrato un +150,3%, e le città di Vercelli (+148,3%), Biella (148,3%) e Imperia (148,1%).
Ad aver subito il minor impatto sono invece Cosenza in 71esima posizione (+118,9%), Avellino (116,4%), Gorizia (+116,8%), Reggio Calabria (+115,6), Catanzaro (+115,6%), Caserta (+110,2%) e Benevento (+109,4%).
Le ultime tre in classifica, le località più “graziate” dai rincari, sono infine Napoli con il +108,3%, Aosta con il +98,3% e Potenza con “solo” il +96,1%.
Nonostante la classifica mostri anche città virtuose, la situazione rimane comunque abbastanza critica, considerando che comunque anche la città meno colpita dai rincari abbia visto i costi in bolletta schizzare di almeno il 96% (nel caso di Potenza) in più rispetto allo scorso anno.
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