Avere l’acqua potabile alle Bermuda è una vera e propria sfida. In questo arcipelago non ci sono fonti d’acqua dolce, fiumi o laghi. Come fanno allora gli abitanti a ottenere acqua per bere e per l’uso domestico?
Oggi più che mai si parla di sostenibilità. Questa parola la affianchiamo oramai a tutti i settori esistenti al mondo e così abbiamo sempre più a che fare con agricoltura sostenibile, viaggi sostenibili, energia sostenibile, architettura sostenibile e chi più ne ha più ne metta.
Quest’ultimo settore in particolare, quello dell’architettura per l’appunto, sta negli ultimi tempi facendo parlare maggiormente di sé grazie all’introduzione di nuove modalità di costruzione come quelli della bioedilizia la quale predilige l’utilizzo di materiali naturali e l’abbattimento dell’impatto sull’ambiente.
A ben pensarci, però, sembrerebbe che per tornare a connetterci con la natura e con il mondo in generale dovremmo innanzitutto fare un passo indietro e voltarci verso il passato.
Esistono infatti antiche usanze praticate ancora oggi che in effetti avrebbero moltissimo da insegnarci. Ne è l’esempio questa che proviene dritta dritta dalle Bermuda di cui ti stiamo per parlare.
Adattarsi alla natura, utilizzare ciò che si ha, trarre da questo beneficio. Sono i principi dell’architettura vernacolare, ovvero quello stile progettato per adattarsi alle esigenze locali e in base alla disponibilità dei materiali da costruzione presenti in quel determinato posto.
Queste tre cose sono fondamentali anche per le popolazioni che abitano le isole dell’arcipelago delle Bermuda. Qui infatti non esistono fonti d’acqua dolce nelle vicinanze, non sono presenti sorgenti, laghi o fiumi dai quali prelevare acqua potabile. Come fare quindi a ottenerla?
A questo ci hanno ben pensato le antiche popolazioni della zona che hanno risolto il problema non lamentandosi per ciò che non avevano, ma sfruttando al massimo ciò di cui invece disponevano in abbondanza. La pioggia.
Alle Bermuda, infatti, questa non manca mai. Piove spesso e le precipitazioni sono sempre molto abbondanti. Gli antichi quindi hanno escogitato un piano per riutilizzare l’acqua piovana, piano che tutt’ora dopo circa 400 anni è ancora messo in pratica da tutti gli abitanti.
Le abitazioni delle Bermuda sono tutte di color pastello e sormontate da un tetto bianco e a gradoni. La sua forma particolare non è puramente estetica, ma ha una funzione specifica.
I gradoni infatti rallentano l’acqua e la aiutano a defluire nelle grondaie le quali a loro volta sono collegate con dei serbatoi posizionati all’interno di ogni abitazione.
Questa tecnica di raccolta dell’acqua piovana è stata sin da subito così efficiente che è stata introdotta per legge. Ogni casa infatti secondo il Governo delle Bermuda deve avere per ogni piede quadrato di tetto 30 litri di spazio nel proprio serbatoio.
Se i gradoni servono per far defluire l’acqua al posto giusto, il colore bianco ha invece un’altra utile funzione. Il tetto infatti è realizzato in calcare così da essere resistente anche alle più terribili intemperie, ed è verniciato di bianco. Questo colore, come è noto, riflette la luce ultravioletta del sole e dà una mano a purificare l’acqua.
Questo sistema è vincente non solo perché a basso costo e adattabile alle condizioni climatiche del luogo, ma anche perché dà maggiore consapevolezza agli abitanti sui propri consumi d’acqua.
La popolazione sa benissimo che deve razionarla per bene e farsela bastare: non può invece potersi dire sempre lo stesso di chi ha a disposizione l’acqua nella maniera tradizionale e la sfrutta a proprio piacimento, spesso sprecandola di continuo.
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