Un’area archeologica di cui si è scoperto soltanto il 20 %, un sito così importante da meritare l’appellativo di “Pompei della Puglia”.
La Puglia ospita un sito archeologico di grande importanza storica. Gli esperti ci stanno lavorando da moltissimi anni, ma gran parte è ancora tutto da scoprire. Si tratta del sito di Herdonia.
Oggi è conosciuto con il nome di Ordona. Si trova tra i Monti Dauni e il Tavoliere in provincia di Foggia. Sono i resti di un’antica città romana scoperta intorno al 1962 dall’archeologo belga Joseph Martens.
Nel 1993, all’equipe dell’archeologo belga, si aggiunsero alcuni studiosi italiani guidati da Giuliano Volpe rettore dell’università di Foggia. Gli scavi hanno permesso di portare alla luce quella che un tempo fu una città.
Sono visibili le mura perimetrali, le fondamenta dei templi e quelle di una basilica. Si può inoltre vedere il foro e alcuni luoghi di scambio e di vita quotidiana come per esempio le terme e il mercato.
È stato portato alla luce anche un anfiteatro di dimensioni abbastanza contenute e un quartiere residenziale con le sue domus. Continuando con gli scavi si è potuto poi ritrovare anche una necropoli abbastanza estesa che racconta le antiche usanze funerarie.
I lavori tuttavia non sono ancora terminati. Si tratta di un’opera che richiede moltissimo tempo. Del resto, le rivelazioni del passato si scoprono in modo molto lento e metodico. Devono essere ripristinate tutte le pietre e qualsiasi frammento cercando di riportarlo alla luce intatto.
Herdonia fu la città che in epoca romana si trovava sul tracciato della via Minucia. Più tardi venne rinominata via Traiana. Una strada molto importante che univa Benevento a Brindisi ed era anche un ponte verso la Grecia.
Una strada che venne percorsa anche durante tutto il periodo del medioevo e alcune sue parti sono utilizzate ancora oggi. Nel corso del ‘200 divenne residenza di caccia di Federico II di Svezia.
E in età tardomedievale iniziò a spopolarsi. Intorno al XIV – XV secolo la cittadina fu definitavamente abbandonata. Il Re Ferdinando IV di Borbone, due secoli più tardi, decise di riqualificare l’area da un punto di vista agricolo.
Sono ancora molte le aree che devono essere esplorate. I beni culturali del posto vorrebbero realizzare un Parco Archeologico. Questo aiuterebbe sia a preservare che a valorizzare l’intero sito.
Preservarlo ed aprirlo al pubblico aiuterebbe sicuramente il turismo che apporterebbe alla regione notevoli benefici economici. Per il momento è importante cercare il modo di continuare i lavori di scavo.
La posizione di questa città storica fa pensare alla presenza di altri tesori ancora nascosti. Ciò che fino ad ora è emerso è di grande importanza storica, ancora una testimonianza dell’antico passato della nostra Penisola.
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