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Oggi, grazie a strumenti tecnologicamente avanzati, gli studiosi possono avanzare alcune spiegazioni più precise su come si forma un pianeta.

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Il telescopio spaziale James Webb ha permesso agli scienziati di fare qualche passo in avanti su come si viene a formare un pianeta.  Si tratta di una scoperta rivoluzionaria che ha, finalmente, dato una risposta a una domanda millenaria.

Il telescopio utilizzato è a raggi infrarossi. Fu lanciato nello spazio nel 2021 da Arianespace a Kourou, nalla Guiana francese. Fu trasportato in orbita dal razzo Ariane 5. La riuscita dell’operazione la si deve alla collaborazione dell’Agenzia spaziale statunitense, quella europea e quella canadese.

Gli studiosi, attraverso il telescopio, hanno potuto osservare il vapore acqueo presente nei dischi protoplanetari. Attraverso un procedimento fisico, il ghiaccio si sposta dalle zone esterne del disco verso quelle del pianeta roccioso.

Alcune teorie avevano già affermato che questi ciottoli ghiacciati erano, poi, i semi da cui si formerebbero i pianeti. Questi semi si formano nelle parti più fredde esterne dei dischi protoplanetari, ed è la stessa zona dove si formano le comete all’interno del nostro sistema solare.

Telescopio spaziale James Webb

L’attrito nel disco gassoso sarebbe proprio il fenomeno per cui i blocchi di ghiaccio si sposterebbero verso la stella, trasportando, in questo modo, l’acqua ai pianeti. Nel momenti in cui i ciottoli di ghiaccio entrano nelle zone più calde, il ghiaccio si trasforma in vapore.

A questo punto rilasciano delle grandi quantità di vapore acqueo freddo. Ed è questo che gli scienziati sono riusciti a vedere attraverso il telescopio James Webb.  Andrea Banzatti, il principale ricercatore della Texas State University, ha affermato che:

“Il telescopio spaziale ci ha rivelato la connessione tra il vapore acqueo nel disco interno e la deriva dei ciottoli ghiacciati dal disco esterno”.

E’ una scoperta, questa, che ha aperto ufficialmente la strada alla spiegazione su come si forma un pianeta roccioso. Un altro ricercatore ha spiegato che, un tempo, il quadro su come si formavano i pianeti era molto statico.

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Questo perché sembrava ci fossero alcune zone isolate in cui il pianeta prendeva forma. Oggi, con la scoperta attuale, grazie al telescopio spaziale, si è visto e provato che le zone riescono ad interagire fra di loro.

Uno studio iniziato secoli fa

Da qui è possibile supporre che la stessa cosa sia accaduta per il nostro sistema solare. Un passo in avanti in uno studio che ha avuto inizio ancora nel lontano 1700.

E, oggi, grazie a strumenti tecnologici avanzati, è stato possibile vedere un pianeta ancora in fase di formazione. Con il tempo e con telescopi sempre più potenti, si potrà arrivare a catturare tutte le fasi della formazione di un pianeta.

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