La balena franca è un cetaceo molto noto tra i balenieri che le hanno dato questo nome per un motivo preciso.
Il termine balene si riferisce in modo generico ai mysticeti, che fanno parte di un sottordine di cetacei. Questi non sono muniti di denti, ma di fanoni, una struttura originale che servea filtrare l’acqua e trattenere i minuscoli organismi invertebrati chiamati krill, di cui le balene si nutrono.
Ma i cetacei non sono tutti uguali. Alcuni hanno il corpo lungo e slanciato come le balenottere comuni, azzurre e boreali. Altri invece hanno una corporatura più tozza, robusta e molto ricca di grassi.
Si tratta del genere delle Eubalene, ossia le balene franche. Ce ne sono quattro specie: la nordpacifica, la nordatlantica, l’australe e quella della Groenlandia. La prima è in pericolo di estinzione, la seconda ha la stessa sorte, ne restano infatti meno di 400 esemplari.
La terza ad oggi gode del miglior stato di conservazione, mentre l’ultima specie, quella della Groenlandia, è uno degli animali più longevi della Terra. Secondo gli studiosi sembra che possa vivere fino a 200 anni.
La ragione per cui si chiamano Balene franche è decisamente triste e si lega a all’atroce caccia alle balene. Prima di tutto hanno corpi molto grandi e questo impedisce loro di essere agili. Sono, infatti, piuttosto lente nei movimenti.
Per questo motivo sono state le prede preferite dai balenieri, a differenza delle balenottere che se ne vanno a gran velocità. Inoltre, la loro composizione corporea che vede la presenza di molto grasso, le tiene a galla anche dopo la morte.
Infine, sono sempre abbastanza vicino alla riva per cui sono visibili anche dalla terraferma. Insomma, sono facili da avvistare, inseguire, uccidere e trasportare, per cui sono considerate dai cacciatori le balene giuste, o franche.
Il termine, coniato proprio dai balenieri, si lega ad una pratica sviluppatasi a partire dal XVI secolo nell’Atlantico e dal XIX nel Pacifico. Pare che la specie azzurra, una delle più grandi della terra, sia passata da 380 mila esemplari a soli 12 mila attuali.
Nel 1986 la commissione baleniera internazionale ha imposto delle misure rigide per impedire l’uccisione di questi mammiferi, per cui sembra che si stiano riprendendo. Oggi il Giappone, la Norvegia e l’Islanda sono gli unici paesi che ancora permettono la caccia per fini commerciali.
Le balene franche purtroppo continuano la loro agonia a causa degli uomini, uccise anche dalle reti da pesca fantasma oltre che dalle collisioni con le navi. L’ultimo ritrovamento di un esemplare incastrato con la coda risale a fine gennaio 2024.
E’ successo davanti alla costa di Martha’s Vineyard, un’isola americana del Massachusetts. Sarebbe bene adottare misure drastiche per salvaguardare questi splendidi animali unici e meravigliosamente pacifici.
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