Il codice di Voynich, un mistero indecifrato del XV secolo: uno dei manoscritti più enigmatici della storia. Simbolo di un passato oscuro ed inesplorato.
Si tratta di uno dei manoscritti più enigmatici della storia: il Codice di Voynich è un volume illustrato del XV secolo che ha resistito ad ogni tipo di tentativo di decifrazione.
Si trova presso l’Università di Yale, il manoscritto deve il suo nome a Wilfrid Voynich che è un antiquario polacco che scoprì il codice nel 1912 in un collegio di gesuiti nei pressi di Roma.
Questo manoscritto è composto da 116 fogli di pergamena illustrati riccamente, il codice però resta un mistero assoluto. Non si conosce la lingua in cui è scritto, nell’autore, il significato delle sue immagini.
Il manoscritto è privo di titolo e di autore ed è suddiviso in quattro sezioni tematiche sulla base delle istruzioni che contiene: botanica astronomica o astrologica, biologica e farmacologica.
La sezione botanica presenta piante sconosciute, la sezione astronomica include raffigurazioni di stelle, la sezione biologica è caratterizzata da figure femminili in contesti idrici.
Per ultima, la sezione farmacologica, contiene disegni di piccole piante e ampolle, molto probabilmente utilizzate a scopo medicinale.
Gli studi sul manoscritto sono numerosi ma nessuno è mai riuscito a collegare con certezza il testo alle immagini presenti sul manoscritto.
Le ipotesi riguardo la natura di questo codice sono molteplici…
Alcuni studiosi ritengono che fosse opera di un filosofo del XIII secolo di nome Ruggero Bacone, una teoria però smentita dalla datazione al radiocarbonio che collega la pergamena fra il 1404 e il 1438.
Altri studiosi hanno invece suggerito che il manoscritto fosse un falso e che fosse stato creato nel seicento per ingannare l’imperatore Rodolfo II. Quest’ultimo lo acquisto per una somma considerevole. La datazione però ha smentito anche quest’ultima teoria.
Ci sono poi i ricercatori che propongono che il codice contenga un linguaggio cifrato, probabilmente utilizzato per spionaggio industriale oppure per nascondere delle conoscenze esoteriche.
Altre ipotesi includono l’utilizzo di una lingua scomparsa o artificiale, oppure addirittura un testo steganografico (ovvero con informazioni nascoste fra parole apparente prive di senso).
Nonostante gli svariati tentativi di decifrazione di questo manoscritto, fra cui quelli di Stephen Bax nel 2014 e quelli di Gerard Cheshire nel 2019, nessuno è riuscito a fornire delle prove convincenti.
Anche i recenti sforzi dell’intelligenza artificiale non hanno ancora svelato il mistero. Una studiosa italiana di nome Eleonora Matarrese ha recentemente ipotizzato che il manoscritto sia stato scritto in un dialetto tedesco della Carnia, ma anche questa ipotesi non ha trovato alcuna conferma definitiva.
Insomma, il Codice di Voynich rimane tutt’oggi un enigma affascinante e simbolo di un passato ancora ora inesplorato ed oscuro.
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