Campeggio in Italia: questa nuova forma di turismo green e alternativo è molto popolare negli ultimi tempi. Per campeggiare nel modo giusto e nel rispetto della natura, però, è necessario seguire delle regole fondamentali.
Il nostro modo di partire per le vacanze dopo il periodo Covid-19 è sicuramente cambiato. Dopo gli anni di chiusura, adesso sentiamo sempre più la necessità di staccare la spina e di ricreare di tanto in tanto quelle connessioni con la natura capaci di farci sentire in qualche modo vivi e parte di un mondo meraviglioso.
Per far questo non c’è modo migliore che partire per il campeggio. Questa modalità piuttosto green di viaggiare – lontano da ogni genere di comfort, dalla tecnologia e dalla frenesia della modernità – è di certo un ottimo modo per trascorrere qualche giorno all’aria aperta, in totale libertà e in armonia con l’ambiente circostante.
Attenzione, però: non sempre questa formula di viaggio alternativa è concessa.
Forse non lo sai, ma in Italia esiste una legge nazionale sulla protezione della natura (Legge n. 394/1991), che determina i comportamenti da seguire all’interno dei parchi naturali, delle riserve naturali e di tutte le aree verdi protette.
Questa legge stabilisce in sostanza anche il divieto di campeggio nei parchi naturali e nelle aree protette, a meno che non lo si faccia in zona appositamente attrezzate.
Campeggiare in luoghi dove ciò non è autorizzato, infatti, potrebbe voler dire imbattersi in grosse sanzioni. Le multe spesso possono raggiungere anche diverse centinaia di euro, aggirandosi dai 100 ai 500 euro.
In ogni caso, visto e considerato che nel nostro Paese non esiste ancora una legge nazionale che vieta o meno il campeggio, è sempre opportuno informarsi sulle norme stabilite dalle singole regioni e dai singoli comuni.
Se è vero che il campeggio libero non sempre è consentito, è anche vero che bisogna distinguerlo dal bivacco notturno temporaneo.
La legge infatti vieta di piazzare una tenda per più giorni, ma sembrerebbe invece tollerare il fatto di montare la tenda esclusivamente per passare una notte e quindi per meno di 24 ore, in genere dalle 20:00 alle 8:00 del giorno successivo.
Questo tipo di campeggio in realtà è chiamato bivacco notturno temporaneo. Bisogna però sempre tenere in considerazione che posizionare una tenda in questo modo non è esplicitamente concesso, ma solo molto spesso tollerato in specifiche situazioni.
Immaginiamo per esempio di avventurarci per un trekking di più giorni, in un’area lontana da qualsiasi centro abitato, e di dover passare la notte. In questo caso ha ovviamente senso montare una tenda per potersi riparare durante le ore notturne e per riposarsi prima di ripartire il giorno seguente.
Anche in questo caso è comunque necessario rispettare alcune regole. Per esempio:
Se stai pensando quindi di organizzare un’escursione di più giorni e di campeggiare per trascorrere la notte, tieni sempre presente tutte le varie restrizioni e le regole che dovrai impegnarti a rispettare.
Inoltre, informati sempre in anticipo sulle normative dei vari comuni per non rischiare di trasformare la tua esperienza in natura in un vero e proprio incubo da dimenticare.
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