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Calabria: cosa c’è da vedere? Niente di niente! 20 motivi per cambiare meta

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[didascalia fornitore=”altro”]Foto di Ingo Menhard/Shutterstock.com[/didascalia]
La Calabria è la punta (bucata) dello sgangherato stivale italico. Una regione ricca di consonanti aspirate, le quali rappresentano, peraltro, le uniche aspirazioni alle quali i calabresi possano ambire. In questo nostro viaggio virtuale andremo a scoprire le sorprendenti bruttezze della Calabria. Mettetevi comodi e godetevi i venti motivi per cui sarebbe meglio non visitare la Calabria. [/multipage]

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Non solo cerchi nel grano

[didascalia fornitore=”altro”]Arena dello Stretto/Foto di Natalia Macheda/Shutterstock.com[/didascalia]
Non tutti sanno che qualche tempo fa una delegazione extraterrestre ha visitato Reggio Calabria, lasciando sul terreno i caratteristici cerchi alieni. Gli alienologi hanno decifrato i segni scoprendo che… si tratta solo di una recensione negativa della Calabria. (Info)[/multipage]

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Calabria incubo dei dermatologi

[didascalia fornitore=”altro”]Ansa[/didascalia]
I calabresi sono noti per la sconsideratezza con la quale si espongono al sole. Nell’immagine, una coppia di nudisti gay mostra i devastanti effetti di una prolungata esposizione ai raggi UV. (Info)[/multipage]

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Le antenne spuntano come funghi

[didascalia fornitore=”altro”]Capo Colonna/Foto di cosca/Shutterstock.com[/didascalia]
Come dimostra l’immagine, il paesaggio calabro è deturpato da antenne e ripetitori di telefonia cellulare installati in spregio a qualsiasi vincolo ambientale. (Info)[/multipage]

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Sciare guardando il mare

[didascalia fornitore=”altro”]Foto di Domecost80/Licenza CC senza modifiche[/didascalia]Sulle piste di Gambarie si può sciare guardando il mare, così da perdere subito interesse per la neve e rimpiangere l’estate. (Info)[/multipage]

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Una terra dai sapori timidi

[didascalia fornitore=”altro”]Foto di maudanros/Shutterstock.com[/didascalia]
I calabresi hanno palati delicati e sono abituati ad assaggiare solo pietanze dai sapori insipidi e timidini. Praticamente mangiano solo cibo da ospedale.[/multipage]

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Un drammatico calo delle vocazioni

[didascalia fornitore=”altro”]Foto di tommaso lizzul/Shutterstock.com[/didascalia]Il drammatico calo delle vocazioni in Calabria ha costretto la Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea ad utilizzare delle sagome scolpite nella roccia al posto di sacerdoti e chierichetti. Nell’immagine, un’affollatissima cerimonia religiosa nella Chiesetta di Piedigrotta a Pizzo Calabro (VV). (Info)[/multipage]

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Una regione di asociali

[didascalia fornitore=”altro”]Castello Aragonese presso Isola di Capo Rizzuto (KR)/Foto di mRGB/Shutterstock.com[/didascalia]I calabresi sono asociali e costruiscono case circondate dal mare per non avere a che fare con vicini rompiscatole. (Info)[/multipage]

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Gli scogli vengono limati

[didascalia fornitore=”altro”]Foto di Giuma/Shutterstock.com[/didascalia]
Per evitare che i calabresi costruissero baracche abusive direttamente sul mare, le autorità locali hanno provveduto a limare la parte bassa degli scogli così da renderne difficoltosa la scalata. Nell’immagine, lo scoglio dell’incudine di Roseto Capo Spulico. (Info)[/multipage]

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Gli alveari di Tropea

[didascalia fornitore=”altro”]Foto di Aliaksandr Antanovich/Shutterstock.com[/didascalia]
La città di Tropea è stata invasa da sciami di calabroni giganti provenienti dall’Asia. Si tratta di insetti particolarmente aggressivi, addirittura letali quando attaccano in gruppo. Nell’immagine, un alveare di calabroni.[/multipage]

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I grattacieli di Tropea

[didascalia fornitore=”altro”]Foto di mRGB/Shutterstock.com[/didascalia]
Nel pallido tentativo di imitare la spiaggia carioca di Copacabana sovrastata da palazzi e grattacieli, a Tropea hanno costruito delle palazzine a strapiombo sulla scogliera. Il povero risultato è quello che potete disprezzare nella foto.[/multipage]

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L’arca di Vibo Valentia

[didascalia fornitore=”altro”]Il Castello Normanno Svevo di Vibo Valentia/Foto di Naeblys/Shutterstock.com[/didascalia]
La Calabria custodisce i resti dell’Arca con la quale il patriarca Noè preservò la vita dal Grande Diluvio. Per confondere e disorientare, i calabresi hanno sparso la voce che i resti dell’Arca fossero invece arenati sulla sommità del monte Ararat nella Turchia orientale. Un depistaggio di proporzioni bibliche! (Info)[/multipage]

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L’Isola di Dino

[didascalia fornitore=”altro”]Foto di Naeblys/Shutterstock.com[/didascalia]Per gli amanti delle escursioni naturalistiche, in mare su una barca o a piedi in mezzo ai boschi, suggeriamo una visita all’Isola di Dino. Però cercate di fare piano: Dino ha un pessimo carattere. (Info)[/multipage]

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I cavernicoli di San Nicola Arcella

[didascalia fornitore=”altro”]Foto di Mirko Macari/Shutterstock.com[/didascalia]
In una caverna di San Nicola Arcella (CS) gli antropologi hanno scoperto una tribù primitiva che non aveva mai avuto precedenti contatti con la civiltà. Gli indigeni sono soliti cospargersi il corpo di unguenti al profumo di cocco e passare le giornate fra abluzioni marine e pisolini sulla spiaggia. Gli studiosi sostengono che l’alimentazione di questi moderni primitivi sia composta prevalentemente da panini, toast e birre calde.[/multipage]

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Le truffe caraibiche

[didascalia fornitore=”altro”]Foto di EnricoAliberti ItalyPhoto/Shutterstock.com[/didascalia]Il mare calabrese non ha nulla da invidiare ai Caraibi. E ciò è fonte di innumerevoli truffe: tour operator disonesti di tutto il mondo vendono pacchetti viaggio verso i Caraibi ad ignari vacanzieri che poi si ritrovano in Calabria. [/multipage]

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La Calabria è arida

[didascalia fornitore=”altro”]Foto di Copula/Shuttershock.com[/didascalia]Come dimostra la foto scattata nel parco del Pollino, la Calabria è una terra aspra e arsa dal sole nella quale non cresce un filo d’erba. (Info)[/multipage]

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In Calabria c’è vita (?)

[didascalia fornitore=”altro”]Foto di Marco Barone/Shutterstock.com[/didascalia]Il posto più vitale della Calabria è il paese fantasma di Pentedattilo, così chiamato perché arroccato sulla rupe del Monte Calvario che sembra avere cinque dita ciclopiche. In realtà ne sarebbe bastato solo uno: il dito medio. (Info)[/multipage]

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La liquirizia calabrese

[didascalia fornitore=”altro”]Foto di Luis Echeverri Urrea/Shutterstock.com[/didascalia]
Nera e amara è la vita in Calabria. Per questo uno dei prodotti simbolo del territorio è la liquirizia. La Calabria vanta le migliori qualità di liquirizia del mondo e l’unico Museo tematico esistente. (Info)[/multipage]

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Una regione sedentaria

[didascalia fornitore=”altro”]Foto di tororo reaction/Shutterstock.com[/didascalia]I calabresi sono tradizionalmente pigri e sedentari e per salvare la faccia hanno così deciso di importare sportivi dalle altre nazioni, indicendo ogni estate i campionati mondiali di kitesurf a Gizzera. [/multipage]

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Calabria senza rete idrica

Dal momento che la rete idrica non copre la maggior parte del territorio regionale, i calabresi hanno preso l’abitudine di lavarsi dove è possibile, ecco perché in tutta la Calabria è un continuo fiorire di attività acquatiche: snorkeling e diving (Zambrone, Punta Paci, Roccella Ionica, ecc…), rafting (sul fiume Lao, ecc..), canoyng e trekking fluviale (nel torrente Raganello)… In realtà la gente cerca un posto dove lavarsi. Nell’immagine uno pseudo sportivo si apparta per farsi un agognato bidet.[/multipage]

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Il diavolo vi aspetta

[didascalia fornitore=”altro”]Foto di Giorgia Rozza/Shutterstock.com[/didascalia]
Il diavolo fa le pentole, ma non i coperchi. E ogni tanto fa anche i ponti, come il Ponte del diavolo che collega i due lembi del percorso che sovrasta le gole del Raganello, una via montana particolarmente amata da chi pratica trekking. Andateci se vi pare, ma ricordatevi che il diavolo non fa mai niente per niente… (Info)[/multipage]

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Rivedi le foto della Calabria

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In conclusione…

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