Quando si parte in vacanza non si può escludere di restare coinvolti in disavventure. Che dipenda dall’eccessiva curiosità di un bambino che mette le mani anche dove non dovrebbe e magari viene morso da una vipera, ma anche di un tuffo in mare aperto dove all’improvviso si viene colpiti da meduse o da altri animali che si difendono ferendo chi mette in pericolo la loro incolumità, si tratta di episodi da mettere in preventivo.
Proprio in relazione alle disavventure che possono capitare in vacanza Carlo Locatelli, direttore del Centro Antiveleni e Tossicologia Maugeri di Pavia ha esaminato i casi più frequenti nel corso di un viaggio, arrivando a stilare una classifica e sottolineando che oltre 650 casi l’anno dipendono da piante, 500 da ragni, centinaia anche i pesci.
A far aumentare i pericoli c’è anche l’incoscienza dei più giovani turisti che non solo non temono di infilare le mani anche in anfratti sconosciuti, per quanto non hanno neanche paura di ingerire bacche dall’aspetto invitante che, per quanto simili a mirtilli o anche a more, ma invece si tratta di stramonio che provoca la sindrome anticolinergica centrale, facilmente identificabile, per la quale c’è un antidoto. Ovviamente, a seconda della località di destinazione ci sono rischi differenti. In Sicilia ci sono le intossicazioni da mandragora, molto simile alla borragine.
Tra i morsi quello più pericoloso resta quello della vipera, presente un po’ ovunque in Italia, fatta eccezione per la Sardegna, ma l’esperto garantisce che anche i casi più gravi ai quali è stato somministrato il giusto antidoto hanno recuperato. Il pizzico del ragno violino, a quanto sembra, nonostante abbia diffuso un clima di vero terrore, non è considerato letale; mentre più pericoloso è considerato un altro ragno, estremamente raro che si trova nei campi, conosciuto col nome di ‘malmignatta’. Nonostante abbia conseguenze più serie, esiste anche in questo caso un antidoto in grado di curare la vittima del suo morso.
Meduse, tracine, e verme di fuoco barbuto rappresentano, invece, il timore di coloro che scelgono le vacanze al mare. Ci sono specie, finora rare nel Mediterraneo che stanno aumentando a causa del cambiamento climatico. E se, ad esempio, il vermocane è già noto nei nostri mari, non era così frequente come negli ultimi anni, questo animale rilascia aghetti che provocano una sorta di ustione. Proprio quegli aghetti vanno rimossi e la parte colpita va trattata con acqua calda.
Ad aver preoccupato gli esperti in questi anni anche la rabbia. Seppure l’Italia sia considerata ‘rabbia free’ ci sono pipistrelli provenienti dalla Russia vettori di questo virus, ma nel dubbio la sanità italiana agisce in maniera preventiva, così da evitarne l’eventuale diffusione.
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