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Italia

Apparteneva a Colombo, scomparso da decenni: ritorna finalmente in Italia

Apparteneva a Colombo l’oggetto prezioso che dopo anni d’assenza ha fatto ritorno a Roma. Adesso partirà per un viaggio itinerante che toccherà tutte le città più importanti per l’esploratore genovese.

Ritrovamento Cristoforo Colombo – viaggi.nanopress.it

Un prezioso stampato risalente al 1493 fa finalmente ritorno in Italia dopo tantissimi anni. Non si avevano più notizie di questa lettera dal 1988, da quando venne trafugata dalla Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia.

Si tratta di sole otto pagine che contengono però informazioni su una delle scoperte geografiche più grandi di tutti i tempi: la scoperta delle Americhe di Cristoforo Colombo.

Torna in Italia l’epistola che apparteneva a Colombo: era stata trafugata

Nel 1492 l’esploratore genovese partiva dalla sua città per compiere il suo storico viaggio che avrebbe poi aperto le porte per l’esplorazione e la colonizzazione europea del Nuovo Mondo.

Cristoforo Colombo – viaggi.nanopress.it

Colombo comunicò la sua scoperta del continente americano all’allora re di Spagna Ferdinando e alla regina Isabella con una epistola di ben otto pagine, scritta in latino, dove raccontava della sua straordinaria esperienza. La lettera fu stampata il 29 aprile del 1493 a Roma, da Stephan Plannck, sottoforma di incunabolo.

Gli incunaboli sono libri stampati in serie con caratteri mobili su una stampante a macchina a rullo nel periodo tra il XV e il XVI secolo. Queste opere rappresentano quindi i primi esemplari di libri moderni.

L’epistola di Colombo, dal titolo De Insulis Indiae supera Gangem nuper inventis, ha una grande valenza non solo storica e culturale, ma anche biografica, e per la sua preziosità si trovava al sicuro nella Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia. Questo fino al 1988, anno dal quale dell’opera non si seppe più nulla.

La lettera dall’Italia era volata a Dallas

A quanto pare la lettera era volata dall’Italia fino agli Stati Uniti, dove un ricco collezionista di Dallas l’acquistò per ben un milione e mezzo di dollari. L’uomo, tuttavia, l’avrebbe fatto in buona fede. Non era infatti assolutamente a conoscenza del valore e dell’origine di quell’importantissimo tesoro di cui si era impossessato.

Incunabolo di Cristoforo Colombo – viaggi.nanopress.it

Non appena venuto a sapere del fatto, il collezionista ha sin da subito deciso di collaborare con la procura di Philadelphia la quale ha iniziato le indagini nel 2012.

Grazie al lavoro di investigazione condotto dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale (TPC) e gli investigatori americani H.S.I. (Homeland Security Investigation) – sotto la coordinazione della Procura di Roma, l’incunabolo ha fatto ritorno in Italia.

La consegna dell’epistola ha avuto luogo nella Capitale durante una cerimonia alla quale hanno partecipato anche il Ministro della Cultura e gli autori delle indagini.

Per celebrare questo importantissimo ritorno, il ministro Gennaro Sangiuliano ha dichiarato di voler organizzare una mostra a tappe, il cui primo appuntamento sarà a Venezia. L’idea è di far viaggiare l’opera toccando le città più importanti per Colombo di cui fa sicuramente parte Genova.

Il problema del commercio illegale di opere d’arte e manuali antichi

Il furto di opere d’arte e manuali antichi e preziosi è un problema serio e diffuso in tutto il mondo sin dai tempi più remoti. Questi furti rappresentano una minaccia alla conservazione del patrimonio culturale e artistico dell’umanità e privano le comunità di oggetti di inestimabile valore storico e culturale.

Incunabolo che apparteneva a Colombo – Tgcom 24

Ci sono diverse motivazioni dietro questi furti:

  • Profitto finanziario. Le opere d’arte e i manuali antichi hanno un valore incredibile sul mercato. Questo spinge i criminali a rubarli per rivenderli a collezionisti privati ​​o trafficanti d’arte. A volte, i pezzi rubati servono anche come merce di scambio per attività illegali.
  • Collezionismo. Alcuni furti sono commissionati da collezionisti privati ​​che desiderano possedere opere d’arte o manuali antichi rari e unici, e che potrebbero non essere in grado di acquistarli legalmente.
  • Furto su commissione. In alcuni casi, il furto è commissionato da privati ​​o istituzioni che desiderano ottenere specifiche opere o manuali per motivi personali, politici o ideologici.

L’importanza di riconoscere il valore delle opere d’arte

Le organizzazioni criminali coinvolte in questo tipo di traffico possono essere altamente specializzate e agire in modo coordinato, utilizzando metodi sofisticati per eludere la sicurezza e sottrarre le opere d’arte da musei, biblioteche, chiese o collezioni private.

Per combattere il furto illegale di opere d’arte e manuali antichi, molte nazioni hanno istituito unità specializzate di polizia e istituti per la protezione del patrimonio culturale. Le forze dell’ordine lavorano spesso a livello internazionale, collaborando con altre agenzie e paesi per identificare i trafficanti d’arte e recuperare le opere rubate.

Inoltre, le istituzioni culturali adottano misure di sicurezza avanzate per proteggere le loro collezioni e le opere esposte al pubblico.

È fondamentale riconoscere l’importanza del nostro patrimonio culturale e impegnarsi a proteggerlo per le generazioni future. La consapevolezza pubblica e la cooperazione internazionale sono elementi chiave per preservare queste opere d’arte e manuali antichi di inestimabile valore.

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