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Natura

Amazzonia, la previsione che inizia a destare preoccupazione

Gli esperti hanno dato una scadenza per la salvezza del polmone del pianeta, la foresta amazzonica potrebbe scomparire.

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La situazione che riguarda l’ecologia della terra è davvero arrivata a dei livelli preoccupanti. Sono anni che alcuni studiosi danno l’allarme su ciò che riguarda gli ecosistemi ed il loro forte danneggiamento a causa delle scelte dell’uomo.

La foresta amazzonica potrebbe collassare entro il 2050, una data davvero molto vicina. Tra i fattori di rischio ci sono principalmente la deforestazione selvaggia, la siccità, gli incendi ed il clima.

Questo ecosistema è unico e sicuramente tra i più importanti al mondo. E’ continuamente minacciato ed assediato da ogni parte, per questo gli scienziati hanno avanzato l’ipotesi di un superamento del punto di sopportazione.

L’intero bioma, la dominante interazione tra vegetazione e clima, potrebbe così collassare, ossia non resistere più alle interferenze pesanti e nefaste che impattano sul ciclo vitale e rigenerativo.

Simulazioni combinate al computer

L’Amazzonia, secondo uno studio apparso in un articolo di Nature subisce un effetto combinato di diversi elementi di stress che la potrebbero seriamente portare alla fine entro la metà di questo secolo.

La Federal University of Santa Catarina, a Florianópolis, in Brasile, ha fatto il primo passo per cercare di individuare i succitati elementi di rischio. La modalità è stata quella di combinare simulazioni al computer con i dati storici.

Da qui i risultati hanno portato all’emersione di problemi legati alle precipitazioni annuali molto intense nella stagione delle piogge, al riscaldamento globale, alla deforestazione e alla siccità prolungata.

I ricercatori hanno poi cercato i punti limite, chiamati i tipping point, riguardanti i fattori di rischio, che hanno mostrato evidenze preoccupanti. I modelli considerati dall’Università brasiliana infatti, potrebbero far precipitare molto rapidamente la situazione.

Incendio-viaggi.nanopress.it

La data massima di sopportazione pare essere il 2050. Il 47% della foresta amazzonica potrebbe così  arrivare ad un collasso ecosistemico. Un altro studio del 2021 mostra che molte aree amazzoniche producono più anidride carbonica di quanta ne riescano ad assorbire.

Il ricercatore Bernardo Flores, ha spiegato, inoltre, che la combinazione tra i vari elementi degradanti potrebbe portare al deterioramento di zone resilienti. Il risultato sarebbe la scomparsa della foresta pluviale e la comparsa di una savana arida.

Il polmone del pianeta ha i giorni contati

Un danno immenso ed irreversibile se consideriamo che quest’area immagazzina CO2 in grande quantità,  come le emissioni globali di 15 o 20 anni. Inoltre essa ospita il 10% della biodiversità terrestre e contribuisce in modo assolutamente determinante a stabilizzare il clima del pianeta.

Gli studiosi richiamano l’attenzione per cercare di salvare la foresta amazzonica, sottolineando che bisogna intervenire subito. Uno degli intenti è quello di ripristinare le aree più a rischio, frenando bruscamente il disboscamento e puntando su fonti di energia rinnovabili.

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