Ci sono alberi ultracentenari che di diritto sono entrati a far parte del patrimonio naturale e culturale. Anche l’Italia ospita querce, pini, lecci, castagni e anche olivi antichi che vengono salvaguardati al pari di opere d’arte e per i quali è stato redatto un archivio che viene aggiornato periodicamente inserendo tutte quelle piante di pregio che si caratterizzano per l’età, la rarità e le dimensioni.
L’importanza di questi arbusti risiede non solo nello spettacolo che riservano alla vista, ma anche nel contributo che offrono nel preservare altre specie vegetali che rischiano di estinguersi. Una constatazione possibile grazie ad apposito studio realizzato pubblicato in Proceedings of the National Academy of Sciences.
Le indagini si sono concentrate in particolare sul pino nero dei Pirenei e lichene lupo, ma in realtà parte dal presupposto che contribuiscono a mantenere l’equilibrio degli ecosistemi tutti gli elementi che lo compongono indistintamente.
È stato un team dell’Università di Barcellona a svolgere lo studio per verificare come e quanto gli alberi antichi siano importanti per tutelare la biodiversità, grazie alle loro caratteristiche e alle loro capacità di sopportare anche condizioni climatiche estreme. A fronte degli anni che avanzano, questi alberi, grazie anche al loro lento processo di declino, sono capaci di tutelare alte specie.
Per meglio comprendere questa interconnessione gli studiosi si sono soffermati sulla situazione dei licheni lupo e del pino nero dei Pirenei. Ebbene questi ultimi riescono a crescere tra le rocce, hanno una vita estremamente lunga, visto che possono vivere per oltre un millennio, e la loro presenza protegge e permette al lichene lupo di sopravvivere rigogliosi.
A fronte di un’età avanzata questi alberi secolari hanno, pertanto, la capacità di tutelare specie che senza il loro supporto rischierebbero di estinguersi. Per questo diventa fondamentale l’impegno dell’uomo nel tutelare queste specie.
Sembra che tra i principali ‘nemici’ di questi antichi alberi ci sia proprio l’uomo. Solo quest’ultimo ha la capacità e la possibilità di danneggiare alberi come il pino nero dei Pirenei che, dal canto suo, ha caratteristiche tali da riuscire a sopravvivere sia al freddo estremo che a lunghi periodi di caldo intenso, con relativa siccità.
Lo studio è voluto approdare proprio a questa considerazione: ogni singolo individuo ha un suo ruolo specifico per la sopravvivenza della propria specie, ma anche dell’ecosistema globale e per questo occorre adoperarsi per la tutela di piante secolari che proteggono altre specie in pericolo.
L'Italia è un autentico scrigno di tesori nascosti, e i suoi borghi sono tra le…
La sfida oggi non è solo chi costruisce l'auto più veloce o la più elegante,…
Ci sono strade che corriamo così spesso che quasi smettiamo di pensarci. Il rumore del…
Ci sono strade che portano segreti, percorsi che attraversano una città con una storia invisibile…
Benzina, il comunicato improvviso: addio per sempre. Automobilisti distrutti: ecco di cosa si tratta... È…
Immagina di essere al volante e di dover affrontare un imprevisto che potrebbe cambiare radicalmente…