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4 Luoghi abbandonati in Piemonte: da Rivarossa al Manicomio di Racconigi

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Collegno

FOTO DI FRANCESCO FALCIANI

Siete amanti delle atmosfere malinconiche? Vi piace avventurarvi alla scoperta di posti semidistrutti e paesi fantasma? Allora non potete perdervi i migliori luoghi abbandonati del Piemonte. Scoprite la nostra selezione: dal borgo fantasma di Rivarossa al Manicomio di Racconigi. Armatevi soltanto di coraggio e di un’ottima macchina fotografica![/multipage]

[multipage]Castelli di Cannero – Cannobio

Castelli di Cannero

FOTO DI IRENE GRASSI

Il Castello di Cannero si trova in una posizione insolita, ovvero nel bel mezzo del Lago Maggiore. Fu costruito dai fratelli Mazzarditi, soprannominati ‘Fratelli Malpaga’, che intorno al 1400 erano dei temuti malviventi. Trascorrevano il tempo a derubare villaggi e imbarcazioni. Nessuno mai aveva avuto il coraggio di tornare al maniero, considerata la sua posizione e il suo aspetto spettrale. Solo il duce Filippo Maria Visconti ebbe la forza di affrontarli: fece circondare l’isola e li costrinse ad arrendersi. Il castello venne distrutto e poi ricostruito nel 1520, per essere utilizzato come rocca di avvistamento. Oltre alla leggenda dei piedi pietrificati, intorno al maniero aleggia una credenza popolare, secondo la quale nelle acque intorno al castello sia custodito un antico tesoro. Si racconta infatti che nelle giornate di nebbia fitta, intorno alla struttura si aggiri un veliero in cerca del bottino nascosto.[/multipage]

[multipage]Manicomio Racconigi – Cuneo

Manicomio Racconigi

Il Manicomio di Racconigi nacque nel 1871, nella città omonima, selezionata per la sua centralità all’interno della provincia di Cuneo. L’edificio, in precedenza, fu un Ospedale di Carità e Opere pie, successivamente ospitò un collegio militare. Durante le due guerre mondiali ebbe costantemente un numero elevatissimo di pazienti ricoverati: non furono mai meno di mille. Era composto di diversi reparti: padiglioni Chiarugi, uno per gli uomini e uno per le donne, il Marro per uomini tranquilli, il Tamburini per donne tranquille, e il Morselli destinato alle patologie acute. Il Manicomio di Racconigi disponeva inoltre di una colonia agricola, un laboratorio di ricerche cliniche, uno di anatomia patologica, uno di radiologia, uno di elettroterapia e una sala operatoria dedicata gli interventi al sistema nervoso. L’intera struttura ha chiuso definitivamente nel 1981: da allora è in stato di abbandono.[/multipage]

[multipage]Manicomio di Collegno – Torino

Manicomio di Collegno

FOTO DI GIANPAOLO SQUARCINA

La struttura che ha ospitato il Manicomio di Collegno ha subito tre importanti trasformazioni nel corso della sua storia. Inizialmente è stata un monastero dei Certosini, mentre in un secondo momento ha ospitato il Regio Manicomio, trasferitosi da Via Giulio a Torino, in quel di Collegno. Nel lontano 1851, Lorenzo Ceppi, il direttore del Manicomio, propose di decentrare l’ospedale in campagna, così da consentire ai malati di poter svolgere lavori agricoli, a scopo terapeutico. Nel 1852 venne quindi definitivamente trasferito, purtroppo però la convivenza forzata tra i certosini e i malati fu difficile sin dall’inizio. Per questo motivo, nel luglio del 1853 il ministro Rattazzi decise di lasciare la Certosa al Manicomio: da quel momento il numero dei ricoverati continuò a crescere vertiginosamente. Raggiunse l’apice negli anni ’40 del ‘900, quando la struttura contava venti padiglioni. Il terzo periodo del Manicomio di Colegno è quello che va dal 1978 ad oggi. La Regione Piemonte sta lavorando da diverso tempo perché questa struttura diventi il centro culturale della città, tuttavia molte aree sono ancora in stato di abbandono e la strada da percorrere è molto lunga. Camminando ancora oggi per quei lunghi corridoi, i brividi immancabilmente percorrono la schiena…[/multipage]

[multipage]Rivarossa – frazione di Borghetto di Borbera

Rivarossa - Borghetto di Borbera

Frazione del comune di Borghetto di Borbera (AL), Rivarossa è uno dei sette paesi fantasma custoditi nella Val Borbera. Abbarbicata in una posizione panoramica, regala viste spettacolari su tutta la zona circostante. Con il passare del tempo, la natura si è quasi completamente riappropriata dei suoi spazi: le case diroccate sono rivestite da piante e vegetazione. In una dimora sono ancora conservati alcuni attrezzi utilizzati dai contadini. Tra le costruzioni emerge anche una stalla ancora in buono stato.[/multipage]

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