Thailandia: a Bangkok sangue umano per protesta

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Il rosso inonda la Thailandia e le pareti candide del governo si tingono di un’ombra di sangue. Le camicie rosse thailandesi chiedono nuove elezioni e danno il via a una clamorosa protesta davanti alla residenza del premier Abhisit Vejjajiva.

Le camicie rosse thailandesi hanno lanciato una ventina di litri di sangue davanti alla residenza privata del premier Abhisit Vejjajiva, nel centro di Bangkok.

Una cinquantina di manifestanti hanno versato 300 litri di sangue di fronte alla sede del governo e al quartier generale del Partito Democratico: migliaia sono stati i dimostranti in protesta per le strade, mentre il sangue intrideva di materia rossa l’asfalto, le scarpe, i visi contratti dal desiderio di essere finalmente ascoltati. Il liquido è stato lanciato davanti al cancello ma anche all’interno del cortile.

Come è stato reperito tutto questo sangue? Il sangue è stato raccolto grazie alle donazioni di migliaia di volontari, tra cui i sostenitori dell’ex primo ministro Thaksin Shinawatra. Il sangue è stato estratto vena dopo vena a migliaia di donatori nel giro di poche ore.

‘Ne abbiamo prelevati mille litri’, annunciavano i capi del movimento. Ognuno ha donato pochi centilitri, travasati direttamente dalle siringhe usa e getta dentro taniche di plastica dell’acqua minerale.

Mentre centinaia di persone venivano bloccate, ma continuavano ad affollare le strade, una delegazione di manifestanti ha ripetuto il gesto davanti alla sede del Partito Democratico, di cui fa parte il premier Abhisit che non intende dimettersi.

Contadini, negozianti, disoccupati e ceto medio: giunti a Bangkok dalle città, campagne del Nord Est e del centro per far cadere il governo in carica nella fredda impassibilità di duecento soldati in assetto antisommossa. Una manifestazione di piazza seguita a distanza dall’ex premier Thaksin Shinawatra, attualmente in esilio.

Il primo a versare il sangue è stato un bramino indiano. Avvolto in un telo bianco ha lanciato il primo getto carminio, seguito dai principali leader. L’ultimo è stato un sacerdote hindu, che ha impresso l’impronta della sua mano insanguinata sul selciato di fronte al Partito Democratico.

Il rituale secondo le usanze thai è anche un segno di maledizione ed è stato un’idea di Nattawut Saikua, leader rosso, nonché strategy communicator.

Mischieremo insieme il sangue della gente comune che lotta per la democrazia‘, aveva dichiarato Nattawut Saikua, aggiungendo: ‘Quando Abhisit andrà nel suo ufficio si ricorderà che sta sedendo sul sangue del popolo’.

Al momento la Farnesina consiglia la massima prudenza a coloro che intendano recarsi in Thailandia. A causa delle prossime manifestazioni previste i viaggiatori potrebbero incontrare scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, blocchi stradali e porblemi con i mezzi di trasporto pubblico.

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